lunedì 19 dicembre 2011

MI SONO REGALATA L'ASSICURAZIONE (e ho fatto bene!)




Ho sempre diffidato delle Assicurazioni, soprattutto se raccontano di offerte mirabolanti come fa l'ASSIDAI, l'assicurazione che, per noi autori, è possibile sottoscrivere solo se si è soci della SACT o dell'ANART. L'anno scorso però mi sono incuriosita, sono andata a parlare con LEONARDO PREZIOSI, il responsabile a cui facciamo riferimento noi iscritti SACT e ANART, e ho scoperto un paio di cose che mi hanno spiegato l'eccezionalità di questa ASSIDAI.
Prima di tutto il fatto che... NON è un'assicurazione!
In realtà è un fondo no profit  creato dalla Federmanager, a vantaggio dei loro iscritti, in genere dirigenti e quadri di alte professionalità. Ovvero l'ASSIDAI non ha scopo di lucro dunque a differenza delle altre Assicurazioni, che tendono a defilarsi se sei malato, l'ASSIDAI "accoglie iscritti indipendentemente dall'età e dallo stato di salute",  così come scritto nella sezione Missioni e Valori del suo sito.
Ovvero ti accettano senza chiedere la verifica del tuo stato di salute, indipendentemente dalla tua età e non possono negarti il rinnovo della polizza.
Altre grande vantaggio: se sottoscrivi la polizza per te, proteggi anche il tuo nucleo familiare.  Il marito, nel mio caso, ma anche figli o compagno/a.


SACT e ANART possono accedere a questo fondo no profit perché, unite come FNSA (Federazione Nazionale Sindacato Autori), fanno parte della CIDA, (Confederazione delle Alte Professionalità), dove la Federmanager è la federazione di punta. Noi autori quindi abbiamo gli stessi privilegi dei manager... Una volta tanto trattati con il rispetto
che la nostra professione merita!  
Scherzi e privilegi a parte, la cosa che mi ha convinto a sottoscrivere la polizza è la convenienza del costo. Potete trovare QUI i vari prezzi e la descrizione dei servizi. Le opzioni che ci riguardano sono la:
"BASE SOSTITUTIVA",
"RICOVERI SOSTITUTIVA",
"ARCOBALENO SOSTITUTIVA".
Io, l'anno scorso, ho sottoscritto una polizza "ARCOBALENO SOSTITUTIVA", l'opzione più completa, che prevede ricoveri, operazioni ambulatoriali e tutta una serie di prestazioni extra-ospedaliere come risonanza magnetica, elettrocardiogramma, tac, moc, ecografie ecc. Insomma una quantità di esami diagnostici molto comuni. Se li fai in una delle cliniche convenzionate (circa 200) paga l'ASSIDAI direttamente (a parte il 25%, di franchigia che invece paghi sempre tu), se invece li fai dove vuoi, loro ti rimborsano. E lo fanno alla svelta! Io, all'inizio di Agosto 2011, ho chiesto il rimborso di 900 euro e a Settembre loro me li hanno accreditati in banca. In definitiva ho assicurato me e mio marito, per un anno, per una cifra di poco superiore ai 500 euro! Non male, mi pare.
Una nota dolente: avremmo potuto pagare anche meno se fossimo riusciti (tra SACT e ANART) a raccogliere circa 50 persone interessate. In questo caso la sottoscrizione della polizza sarebbe diventata collettiva, sarebbe costata di meno e avrebbe avuto anche le prestazioni dentistiche che, al contrario, nella sottoscrizione individuale, non sono comprese. Purtroppo la cosa è sfumata perché avremmo dovuto raccogliere noi (SACT e ANART) tutti i soldi... Cosa impossibile perché non abbiamo la struttura amministrativa per farlo.
Cercheremo di trovare una soluzione per il prossimo anno, per ora, è possibile fare le sottoscrizioni individuali che, come ho spiegato, sono comunque molto vantaggiose.
Se qualcuno di voi, come me, vuole farsi un regalo, occhio, perché la polizza va sottoscritta entro la fine dell'anno o, al massimo, ai primi di gennaio.
La persona da chiamare è
LEONARDO PREZIOSI
349 2268501
06 44070211
leonardo.preziosi@praesidiumspa.it

Viviana Girani



mercoledì 14 dicembre 2011

BUONA GUILD 2012

Duro fare gli auguri... Il buio c`è e fitto per il 2012. Ma ci sono anche delle luci: NOI.
L`abbiamo detto all`inizio di quest`autunno. Non possiamo contare su nessuno.
Tranne NOI.
Noi abbiamo le idee da cui partono i progetti, NOI dobbiamo farci rispettare.
QUESTO E` IL MOMENTO. 
Il sistema dell`audiovisivo sta cambiando, la crisi lo costringe a cambiare. L`avvento del digitale mette in difficoltà sia il cinema che la tv.
QUESTO E` IL MOMENTO.
Guarda ciò che stanno facendo gli sceneggiatori europei. Per esempio gli spagnoli.
Tutte le Guild sono nate quando i soldi venivano a mancare e la prepotenza dei produttori era diventata insopportabile.
QUESTO E` IL MOMENTO
In Italia - lo abbiamo detto, lo sai, te ne lamenti - manca una vera e propria GUILD che costituisca un patto di alleanza interno tra gli sceneggiatori e un muro di difesa contro le prepotenze dei datori di lavoro.
E` IL MOMENTO DELLA GUILD.
Facciamola nascere!
CHE? Ma è un momento pessimo!
Proprio perché è un momento pessimo.
QUESTO E` IL MOMENTO.
La Guild deve nascere. la SACT deve entrare nei contratti dei soci.
Oddio! Come, dove, quando???
Adesso.
QUESTO E` IL MOMENTO.
E` come il varco tra dimensioni temporali della nostra fantascienza: adesso o mai più.
Non vuoi? Non ci riusciremo?
La storia passerà oltre.
QUESTO E` IL MOMENTO.
BUONA GUILD 2012 A TE!
BUONA GUILD 2012 A TUTTI!

venerdì 9 dicembre 2011

I COLLEGHI DI MADRID


 Dal 4 al 6 novembre 2011 si è tenuta a Madrid la Seconda Conferenza degli Sceneggiatori Spagnoli organizzata da EDAV-Escriptors de l'Audiovisual Valencià  e convocata da FAGA-Foro de Asociaciones de Guionistas del Audiovisual e ALMA-Sindicato de Guionistas. 
Alla Conferenza hanno partecipato 279 sceneggiatori e questo che segue è il loro testo conclusivo.

Siamo orgogliosi di essere sceneggiatori. Siamo un gruppo con un incrollabile senso di appartenenza. E nonostante la nostra situazione occupazionale sia spesso precaria, noi non solo continuiamo a lavorare ma creiamo anche lavoro per altri.
Patiamo la serie di cattive abitudini del settore audiovisivo, ma non per questo cessiamo di credere nel potenziale di sviluppo dell’industria e nell’eredità culturale che rappresentiamo.
Per tutte queste ragioni, al termine della Seconda Conferenza degli Sceneggiatori, vogliamo affermare che:
1) Nonostante l’attuale crisi e al di là del fatto che molti modelli produttivi potrebbero cambiare, il pubblico continuerà a chiedere contenuti. E, questo lo vogliamo sottolineare, non ci sono contenuti senza sceneggiatori. Noi sceneggiatori siamo necessari e continueremo ad esserlo.
2) Noi sceneggiatori vediamo il moltiplicarsi di vetrine per opere audiovisive come un'opportunità. Le strutture di produzione tradizionali non scompariranno ma coesisteranno con le nuove forme di creazione, produzione e realizzazione. Questa è una buona opportunità per tutti quelli come noi che vorrebbero assumere rischi maggiori al fine di avere maggiore controllo sul proprio lavoro.
3) Gli scripts meritano il rispetto di chiunque sia coinvolto nel fare fiction televisiva; dalla nascita di un progetto alla sua messa in onda. Qualunque sia l’impostazione e l’organizzazione del lavoro, scrivere una buona sceneggiatura richiede condizioni minime per essere sviluppata correttamente ma molte compagnie di produzione tendono a tradire questo presupposto a loro esclusivo beneficio, senza riguardo per i professionisti. Una legislazione, concordata con l’industria, è necessaria a proteggerci da questi abusi. Inoltre, quando le condizioni di lavoro non sono eque, gli sceneggiatori hanno il dovere di dire NO.
4) Scrivere sceneggiature comporta considerazione: dove c’è creazione, c’è autorialità. La nostra produzione occupa un alta percentuale dei palinsesti televisivi, eppure i network tendono a compararci agli editors. I nostri compensi sono conseguentemente più bassi, l’aspetto creativo del nostro lavoro è ignorato e ci è negato il diritto a royalties. Noi chiediamo un dibattito con l’industria e con le società di gestione del diritto d’autore per affrontare la questione, tra le altre, di quali formati dovrebbero generare diritti d’autore e quali dovrebbero essere esclusi.
5) I network devono relazionarsi con gli sceneggiatori nel momento in cui questi propongono nuovi contenuti. Il fatto che i canali abbiano difficoltà nel definire nuove tendenze al di là di proposte ripetitive o conservatrici, è il sintomo del basso coinvolgimento degli sceneggiatori nella fase di elaborazione di format e strategie. La buona televisione è quella che definisce la sua personalità attraverso un’intelligente combinazione tra rischio ed equilibrio produttivo. Noi sceneggiatori possiamo e vogliamo avere un ruolo in questo processo. E’ necessario che i canali ci vedano e ci ascoltino per creare ed affermare un vero mercato delle idee.


6) Abbiamo appurato l’esistenza di un divario nell’industria cinematografica fra il tipo di film proposti e il tipo di storie che il pubblico ci chiede. La nostra non vuole essere una critica fine a sé stessa, ma una riflessione che merita una ricerca di soluzioni da parte di tutti gli interessati, da noi stessi agli stessi esercenti di sala, passando per registi, produttori e distributori. E’ tempo di sederci tutti insieme e valutare come ci avviciniamo alle reali aspettative e ai veri gusti degli spettatori.
7) Le imprese televisive pubbliche, specialmente quelle regionali, rischiano di scomparire. La loro funzione e i loro servizi sono indiscutibili: garantiscono la diversità e la ricchezza che ci definisce come società e sono piattaforme fondamentali per produrre formati più innovativi. Al di là dei risultati economici, la loro sopravvivenza deve essere valutata in termini di funzioni sociali. In quest’ottica, noi sceneggiatori non abbiamo intenzione di permettere ai politici di manipolare le emittenti televisive pubbliche e di decidere il loro destino.
8) Noi sceneggiatori ci stiamo impegnando in una chiara e forte difesa del diritto d’autore. Contrariamente a ciò che è stato trasmesso all’opinione pubblica, attaccare il diritto d’autore di fatto fa l’interesse di grandi corporations e di una certa industria culturale che si arricchisce alle spalle degli autori e degli stessi consumatori. Il Copyright Act protegge gli autori e consente di condividere quei profitti che il loro lavoro genera. I diritti d’autore sono i primi garanti dell’esistenza del nostro lavoro, indipendentemente dalla società che li gestisce.
9) Restando in tema di diritti d’autore e diritti contrattuali, società di gestione collettiva sono la miglior soluzione per venire incontro e soddisfare le reali esigenze dei loro partner e soci. In un contesto similmente configurato, partner e soci devono infatti impegnarsi per il loro effettivo funzionamento. L’immagine degli autori è il nostro primo e personale impegno.
10) Noi sceneggiatori richiediamo un’immediata revisione della Legge sulla Libertà di Associazione. I sindacati devono essere posti nelle condizioni di difendere la nostra categoria professionale attraverso negoziazioni, contratti e accordi di settore. Invitiamo gli altri partner dell’industria a unirsi a questa richiesta.
Se i 10 punti volessimo scriverli per l'Italia, cosa toglieresti e cosa aggiungeresti?