sabato 11 luglio 2009

Created by: convegno finale

Ottimo risultato per il convegno finale dell'iniziativa "Created by". Forte affluenza di pubblico e dibattito interessante che ha visto schierarsi a favore della centralità dell'idea e della scrittura, gente di calibro come Fernando Meirelles (regista di City of God e la splendida serie "Som e Fùria", vista al RFF), Susan Coyne (sceneggiatrice di "Slings and Arrows", dal cui concept è stato tratto Som e Fùria) Maria Kallas (Presidente della FSE) e Giacomo Ciarrapico (regista e scrittore di Boris). Tutti autori che hanno sperimentato libertà creativa e responsabilità produttive e che hanno parlato con cognizione di causa della questione.
Quello che ci interessava, però, era saggiare la reazione dei committenti, dei broadcaster.
Ecco, qui abbiamo visto tre diversi tipi di atteggiamento. Sara D'Amico (FOX) e Alessandra Palanca (SKY) hanno sostenuto l'importanza della centralità della scrittura.
Mediaset, nella persona di Giorgio Grignaffini, è sembrata disponibile al dialogo, ma ha espresso perplessità sulla quantità di libertà creativa da dare agli autori. La prima serata di Canale 5 ha bisogno di prodotti "larghi", con ampia possibilità di penetrazione, per garantirsi uno share consistente. Niente prodotti di nicchia, dunque. O troppo targettizzati.
Claudia Aloisi (RAI) invece ha mostrato un atteggiamento di sostanziale chiusura, rivendicando il ruolo dei produttori delegati RAI a discapito della centralità della scrittura. Un ruolo che c'è da anni e che la Aloisi non sente il bisogno di rivedere.
Insomma, c'è ancora della strada da fare, ma abbiamo posto una prima pietra. Il cammino è iniziato e proseguirà nei prossimi mesi. Non smetteremo di portare avanti la nostra idea di televisione.
E vogliamo inziare ora, portando qualche spunto di riflessioni ai nostri committenti generalisti.
A Giorgio Grignaffini rispondiamo che Created by non vuol dire prodotto di nicchia. Quello che rivendichiamo è un libero mercato delle idee, dove la scrittura abbia un ruolo centrale e di responsabilità. Created by non è in conflitto con le linee editoriali dei canali generalisti. E' un modo per esprimerle in modo originale e diversificato. E' un modo di dare una voce sempre diversa e nuova al tipo di prodotto richiesto dal committente.
Alla Aloisi invece replichiamo che il sistema deve e può cambiare. La scarsa incisività della fiction generalista emerge prepotentemente proprio da manifestazioni come il RFF, in cui è smaccatamente evidente il gap di forza ed esportabilità tra la serialità italiana e quella straniera (e non parliamo di fiction USA, sia chiaro). La fiction italiana è statica, immobile, cristallizzata in un modello di racconto ripetuto e vetusto che non rende sufficientemente esportabile nè il prodotto finito, nè il format.
E se la situazione rimarrà invariata, abbiamo paura che la fiction italiana perderà sempre più terreno. Per questo, colleghi sceneggiatori, l'affermazione del Created by è fondamentale. Perché più la fiction italiana perde terreno, meno costerà e meno verrà prodotta. Ottenere questo risultato vuol dire garantirsi un futuro lavorativo. Altrimenti presto guarderemo alla fiction italiana come un nostalgico passato, una promessa che non si è mai avverata.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Ieri una cosa non è stata detta chiaramente... tutti quei titoli, created by, showrunner, produttore creativo, writer producer, in realtà sottintendono una sola volontà da parte dell'autore di lunga serialità: partecipare a tutte le fasi creative successive alla scrittura.
Questo serve sia a tutelare l'identità della serie che ha ideato, sia ad ottimizzare la scrittura in funzione di un budget dato e non di un budget immaginario come troppo spesso accade.

Le alzate di scudi tradiscono la paura 'di perdere potere' e non certo la saggezza di guardare oltre il proprio naso per trovare 'insieme' delle soluzioni che garantiscano al mercato in cui tutti operiamo uno sviluppo sano. Di questo si voleva discutere, serenamente. Ma per far questo si sa, c'è bisogno di saper ascoltare...

Negare che la fiction italiana delle generaliste sia nella maggior parte dei casi 'brutta' (dico, si sono già dimenticati Piper?), oppure, salire su un palco e fare una sparata ai limiti dell'isteria fraintendendo completamente ciò che si è detto (ma per difendere cosa? il proprio ruolo di produttore? e chi lo ha mai negato?) danno la misura di come i vertici dell'industria non siano disposti al confronto e alla riflessione su quello che è un'interesse comune: migliorare la qualità del prodotto e la sua divulgazione.

Quindi forza FOX e forza SKY, aprite le porte al pubblico in fuga dalle due ammiraglie... perché a lungo andare, come diceva mia nonna, chi troppo vuole nulla stringe.

A proposito, volevo ricordare agli editori... che Lost ha fatto venti milioni su una generalista!

Io amo i generi e secondo me la lunga serialità ha bisogno di location produttiva fissa per ottimizzare i costi... ma questo non significa che le fiction di genere debbano essere tutte uguali!!! In Usa ci saranno anche 20 polizieschi in onda ma la prima cosa che devi picciare al produttore a cui vuoi vendere il tuo è per quale motivo dovrebbero realizzarlo, in cosa si differenzia da quelli andati in onda finora? Gray's, house, private practice, ER sono tutti medical, ma tutti profondamente diversi!
Qui invece ci sono tre polizieschi? Devono essere farciti con i soliti ingredienti, giallo, un po' di romance e un po' di commedy. Risultato? Si somigliano tutti.

Ora di chi è la responsabilità? dei soliti autori incapaci o di chi sceglie e nutre le loro idee? Ai posteri l'ardua sentenza.
Però faccio una preveggenza: quando gli adolescenti di oggi saranno giovani adulti domani ne riparleremo...
Prevedo una fuga ingente di pubblico pregiato sulle satellitari...
...e che ben venga, almeno la rai comincerà a fare 'vero' servizio pubblico!

Mediaset invece... ha sempre il digitale!

Good night, Good Luck!

Anonimo ha detto...

Ieri sera è andato in onda su RaiSat un documentario dedicato a Laura Toscano e alla sua figura di sceneggiatrice Tv. Tra coloro che hanno portato il loro affettuoso contributo c'era un produttore, il quale - udite! udite! voi che ieri siete stati al convegno - ha detto con AMMIRAZIONE E APPROVAZIONE che Laura METTEVA BOCCA su tutto: il regista, il cast, le location, che voleva conoscere tutti i problemi di set e controllare il montaggio. Laura Toscano, anni fa, era già un creatore di serie e dimostrava cosa voleva dire esserlo. Ieri, al convegno, lo stesso produttore ha detto di non capire cos'è il created by e cosa vogliono gli autori. Curioso,no? Lui che ha il know how della serialità industriale e si avvale oggi di head-showrunner, sa benissimo che è perché Laura aveva quel potere e lo esercitava che i suoi prodotti avevano successo. Perché lei garantiva un'identità e sapeva cosa voleva raccontare. Quindi, smettiamola di confrontarci con l'America e guardiamo in casa nostra. QUI, GIA' FUNZIONAVA. E QUI, diciamolo pure, CONTINUA A FUNZIONARE per POCHI SCRITTORI. Si è disposti a fare eccezioni, a distribuire un contratto di produzione creativa a fronte di un merito o di un vantaggio. Lo sanno tutti che il CREATED BY funziona, anche se su un palco non possono ammetterlo. QUI il Created by deve restare un'eccezione o una faccenda da carbonari e non diventare regola. Perché? Non lo so. Siamo un paese strano. Forse ci piace la sopraffazione, ci piace prenderci a spallate. Forse ci piace lasciare margini di contrattazione alla parte politica, margini di compiacenza all'attore, margini di guadagno alla produzione, margini di potere a qualsiasi poltroncina e non ci piace che la difesa di un'idea ci limiti. QUI è altrettanto vero come in tutto il mondo, che l'idea (=prodotto, =audience, =denaro) la porta e la costruisce lo scrittore. Lo sanno tutti. Però, QUI, SI FA FINTA che non sia così perché FAR FINTA sembra una convenzione insostituibile. Uno scrittore che ha conquistato l'audience, si alza e se ne va (il suo editor sale sul palco)... Un altro scrittore smette invece di far finta, dice coraggiosamente - anche su un palco - che il re è nudo. Sì, il cambio generazionale è alle porte. Andiamo avanti!

Anonimo ha detto...

Prima e seconda pietra per il Created by. Perché il 7 luglio è stato lanciato il PREMIO SOLINAS-SACT PILOTI PER SERIE TV. E il 30 novembre arriveranno le sceneggiature e i nuovi creatori di serie che parteciperanno al concorso. Molte altre pietre per il Created by. Scrivete, partecipiamo in tanti, lastrichiamo questa strada, moltiplichiamo le nuove idee.

Anonimo ha detto...

Ehi, Sact, rispondi anche sui compensi. Al convegno l'Apt ha detto che gli sceneggiatori italiani sono i meglio pagati dell'Europa continentale (La Gran Bretagna, fa comodo ignorarla...). Con Bixio in sala! Che faccia tosta!

MONEY MONEY ha detto...

se per europa continentale intendeva: ucraina, slovenia, romania, croazia, rep ceca etc, escludendo olanda, inghilterra, francia, spagna e germania... forse ha ragione! ma i racconti degli scrittori di questi ultimi paesi ci hanno raccontato tutt'altro.
la sact potrebbe pubblicare dati forniti da FSE su compensi di autori di serie?

wonderpaolastra ha detto...

il progetto Created by è molto ambizioso e degno di stima ed entusiasmo, ma attorno ad esso c’è una gran confusione. E’ emerso da alcuni interventi degli stessi sceneggiatori (categoria che mi preme comunque tutelare) che non hanno la minima idea di cosa sia un processo produttivo di serialità e lo hanno dimostrato rivendicando un potere di controllo sullo sviluppo del processo, al fine di tutelarne esclusivamente l’identità. Ma l’identità non è necessariamente qualità! Mi sembra che qui ci sia un conflitto di rivendicazione di potere e non una sana ambizione di garanzia di qualità. La qualità parte dall’idea e si sviluppa in un continuo lavoro di squadra che porta alla messa in scena del prodotto, a tutela del quale deve esistere una figura professionale, che può essere anche uno sceneggiatore, ma che deve necessariamente avere competenze di regia e produzione. Non a caso tale figura viene chiamata Produttore Creativo. Pertanto, è certamente un segnale forte la volontà di cambiare l’avvilente status quo in cui è costretta la fiction italiana attraverso l’idea di promuovere percorsi formativi per tale figura. Ma finchè la televisione generalista, che deve pur sempre fare i conti con lo share e la vendita degli spazi pubblicitari, continuerà a investire nel vecchio, nel già visto, allontanando da sè ogni sfida al cambiamento e alla sperimentazione, la fiction italiana di qualità, che esiste e può continuare a evolvere, rimarrà un prodotto di nicchia, condannando il pubblico generalista all’inebetimento cerebrale. La televisione generalista, per delle ragioni a me sconosciute, si ostina a negare l’esigenza di innovazione che lo stesso pubblico in fuga chiede a gran voce. Il fattore rischio è molto più basso di quanto si possa immaginare e lo dimostra il successo che le serie straniere continuano ad avere nel nostro paese. La domanda c’è, basta saperla ascoltare e accoglierla attraverso lo sviluppo di nuove idee di cui, la televisione, ha il dovere di farsi promotore, per il bene di se stessa e della nostra società.
La televisione generalista è sull’orlo del suicidio, ma ancora non lo sa.

SACT ha detto...

@Money money: stiamo raccogliendo i dati necessari.

@Anonimo: l'affermazione di Sessa era decisamente poco documentata. Bastava che fosse presente all'incontro con Krivine per sapere che in Francia, ad esempio, le cifre sono decisamente diverse (non parliamo poi dei diritti). Per rispondere in modo esauriente, però, dobbiamo fare una ricerca approfondita. Non vogliamo rispondere con superficialità ma con un quadro preciso e dettagliato della situazione europea. Un quadro che deve anche mettere in relazione i budget complessivi dei progetti con i compensi degli autori. Perché la faciloneria e la furbizia si combattono solo con la precisione e la serietà.