mercoledì 11 marzo 2009

Ciao a Laura Toscano

Cari colleghi,
ci è arrivata la notizia, inaspettata quanto improvvisa, della morte di Laura Toscano, collega conosciuta e stimata.
Il funerale sarà celebrato Venerdì 13 alle h. 14,30  presso la Chiesa degli Artisti in Piazza del Popolo. 
Laura è stata una delle fondatrici della SACT e per anni si è dedicata alla difesa dell’autorialità nella nostra Fiction.
Il direttivo della SACT esprime il suo più sincero cordoglio e le dedica un affettuoso saluto.

sabato 7 marzo 2009

Sarkozysmi bondiani

Tempo fa, quando Sarkozy propose la legge sui contenuti pubblicitari per la TV pubblica francese, chi scrive pensò: "vuoi vedere che prima o poi qualcuno qui in Italia lo prende come esempio?"  
E infatti, puntualmente, è successo... 
Diteci cosa pensate delle ultime affermazioni del Ministro Bondi sulla RAI e sulla pubblicità. Argomento decisamente interessante...

lunedì 2 marzo 2009

The Listener, una fiction apolide

Come vedete siamo tornati attivi in modo serio, pronti a fornirvi nuovi stimoli di discussione. Questo per dire che non inseriamo questo post per fare pubblicità, ma per porre sotto i riflettori questa nuova avventura produttiva seriale che andrà in onda su Fox a partire dal 5 marzo
The Listener infatti è la prima serie tv coprodotta a livello internazionale.
Creatore della serie è Michael Amo e produttore è la Shaftesbury films. Il progetto nasce in Canada dal broadcaster CTV ma è stato co-prodotto con l'intervento della rete di canali Fox International e quindi da moltissimi Paesi (Giappone, Gran Bretagna, Italia ad esempio) e i 13 episodi della serie sono stati già pre-acquistati da NBC
Altra novità, oltre al modello produttivo, è la modalità di messa in onda. The Listener, infatti, andrà in onda (più o meno) in contemporanea in 180 Paesi. Paesi che non comprendono gli USA. Su NBC, infatti, la messa in onda avverrà in un secondo momento. Un modo per combattere la pirateria e per parcellizzare i rischi produttivi.
Ci chiediamo se sarà un episodio sporadico o se è questo il futuro della serialità. 
E contemporaneamente ci chiediamo: vedremo mai un progetto di questo tipo partire da menti italiane? O diventeremo sempre di più la periferia malfamata della creatività?

Con estremo ritardo

Vi abbiamo fatto aspettare più del dovuto e ci scusiamo per l'attesa ma finalmente postiamo un commento alla riunione tenutasi il 21 gennaio scorso alla SACT. Come qualcuno di voi ricorderà l'incontro verteva sulle condizioni di lavoro disagiate, soprattutto degli sceneggiatori emergenti (ma non solo).
L'incontro era stato preceduto da questo post che aveva scatenato una serie infinite di polemiche, accuse e insulti vari.
L'incontro è stato un ottimo momento di confronto, la sala era piena. Gli interventi sono stati disparati. 
Qualcuno ha parlato di esperienze infinite da stagista, fatte a condizioni economiche ridicole e sotto il silente ricatto del mancato rinnovo dello stage.
C'è chi ha parlato di test di sceneggiatura aperti solo a gente selezionata (leggi "gli amici"). Chi ha parlato di test a cui non è stata data mai una risposta.
E poi qualcuno ha portato la propria esperienza di "negro", raccontando di avere un amico che "per fortuna" gli ha passato del lavoro. Lavoro non firmato, siamo chiari, e pagato miseramente. 
Ecco, quest'ultimo intervento ci ha incuriositi. Perché tra i giovani sceneggiatori c'è un luogo comune, ovvero che il negriero sia uno sceneggiatore anziano (o quasi) arrivato, ingordo e quindi in surplus di lavoro. E c'è il sogno che la giovane età sia sinonimo di correttezza professionale.
Purtroppo non è così o almeno non sempre. Facciamo gli scrittori, quindi cerchiamo di avere un occhio critico e smaliziato sulla realtà.
Certi "mal costumi", purtroppo, si reiterano e si tramandano di generazione in generazione. Un po' come la violenza, che è un circolo vizioso in cui spesso la vittima diventa carnefice. Un circolo vizioso che è difficile spezzare a meno che non ci sia qualcuno che cerchi, quantomeno, di sensibilizzare e di trovare dei rimedi.
Noi siamo qui per questo, malgrado qualcuno scriva il contrario.
La SACT sta lavorando per raccogliere i frutti di questo incontro e per riportare la giusta dignità al mestiere di sceneggiatore, giovane o anziano che sia.
Speriamo che i fatti, parlino più delle nostre parole. 
Aggiungiamo una postilla, una piccola provocazione. Abbiamo sentito rassegnazione nelle voci dei giovani presenti quella sera. Una rassegnazione che sa di resa ad un sistema che sappiamo tutti non essere nè giusto nè proficuo. 
Ci si preoccupa più dei test di sceneggiatura che non di riportare la centralità delle idee e dello sceneggiatore nel mercato. Si guarda al piccolo e si trascura il quadro complessivo.
E allora a tutti loro chiediamo: come possiamo migliorare la nostra posizione di scrittori se le nuove generazioni hanno già perso la voglia di cambiare?