Il 17 ottobre 2013, alle 17:30, il presidente Carlo Mazzotta ha aperto presso la Casa del Cinema di Roma, l'Assemblea Straordinaria dei Soci della SACT. Queste le sue parole.
Buonasera a tutti. Come ben sapete al primo punto dell'Odg, oggi c'è una mozione del direttivo che propone lo scioglimento della SACT. Nel sottoporvela, vogliamo partire da un dato incontrovertibile: come rappresentanti della nostra categoria siamo più vivi che mai. SACT è più viva che mai. Gli sceneggiatori italiani mai come ora hanno avuto la possibilità di far sentire la loro voce attraverso la nostra associazione.
Da gennaio ad oggi, come sapete, abbiamo intrapreso varie iniziative:
- abbiamo aperto un canale di comunicazione con la nuova governance Rai, che in seguito alle nostre segnalazioni ha cominciato a tenere d'occhio i produttori, in un ottica di maggiore trasparenza a tutela anche dei nostri diritti e del nostro lavoro.
- abbiamo iniziato a dare più visibilità alle nostre problematiche in ambito nazionale ed internazionale.
- abbiamo contribuito attivamente, per quanto era di nostra competenza, al successo dell'arbitraggio RAI/Siae, e all'emanazione dell'ultimo lodo dell'arbitrato SIAE/Confindustria.
- abbiamo acquisito maggiore rappresentanza in seno alla Siae, eletto un nostro rappresentate nella Commissione Cinema, e portato il capolista della lista TED, sostenuto significativamente dai nostri voti, nel consiglio di sorveglianza.
Grazie al nostro contributo alle elezioni, abbiamo stabilito un rapporto più equilibrato, costruttivo, creativo, per gestire nel presente e nel futuro i nostri interessi di sceneggiatori in SIAE, senza più mediazioni esterne alla nostra associazione come avveniva nel periodo del commissariamento. Oggi possiamo accedere direttamente, con informazioni di prima mano, alle decisioni che vengono prese in Siae e che ci riguardano da vicino. E reagire di conseguenza.
- In questo ambito abbiamo stabilito anche nuovi rapporti profondi con altre associazioni, Aidac, ANAC, Doc/it, che oggi guardano con grande interesse e partecipazione alle nostre iniziative. Soprattutto a quella della WGI: uno spazio nuovo, una proposta nuova che può essere da modello anche per gli altri.
SACT, non appena ha avuto un direttivo che ha cominciato a ragionare in termini di Guild, ha fatto dei passi da gigante, si è identificata, s'è fatta riconoscere come associazione di categoria, aggressiva, sindacalizzata, che vuole essere sui problemi. Senza nessuna subalternità con altre associazioni. Che chiede e fa cose pratiche, messe da parte per anni, aspettando ingenuamente che altre associazioni potessero sostenerci. Soprattutto per le questioni contrattuali.
Aspettare è stato un errore. E' bastato smettere di aspettare perché tutto cominciasse a funzionare molto meglio. Quello che WGI ha fatto per gli sceneggiatori, da luglio ad oggi, e soprattutto quello che a partire dalla settimana prossima dove proprio in questa sala si terrà la sua prima assemblea generale, è e sarà ispirato dall'idea di tutelarli al meglio.
Funzione che SACT innanzitutto s'è sempre data sin dalla sua fondazione. Che negli anni si è articolata con la sua storia. L'autodeterminazione non è certo un'idea che ci siamo inventati noi, in questo direttivo. Viene da lontano: dalla presidenza di Giovanna Koch e prima ancora dalla gestione di Daniele Cesarano col created by e il turning point. Il modello americano era già lì.
Sulle battaglie comuni a tutto il comparto dell'audiovisivo sempre saremo disponibili a collaborare con chiunque. Ma su quello che dipende dal nostro mestiere, sulla tutela dei nostri diritti, sul controllo del prodotto, come succede in tutto il mondo, gli sceneggiatori devono fare categoria ed andare da soli. Uniti. Compatti.
Lo sosteniamo con orgoglio, consci delle difficoltà che abbiamo davanti. Ma anche dell'immensa risorsa alla quale attingiamo, di orgoglio, professionalità, talenti. Ed è per questo che chiediamo che il patrimonio che in questi anni abbiamo accumulato attraverso la SACT non vada disperso, per questo chiediamo che confluisca nella WGI. SACT può chiudere in bellezza, evitando di restare come elemento di divisione e trasferendo invece le sue forze a WGI.
Se qualcuno pensa che ci siano altri ambiti di manovra, che la SACT possa e debba sopravvivere in un modo diverso, con un'idea diversa, si faccia avanti. Siamo pronti ad ascoltare e a farci eventualmente convincere che ci sia una strada diversa da quella che indichiamo, a patto che ci venga detto con quali obietti e con quali finalità.
Come direttivo SACT, il nostro obiettivo rimane quello per i quali siamo stati eletti. Fare finalmente ed in modo efficace gli interessi della nostra categoria.
Grazie.