giovedì 18 giugno 2009

"Come sceneggiatore il tuo ruolo è portare le persone in luoghi in cui non sapevano di voler andare"

Protagonista del terzo ed ultimo meeting della serie "Created by" è stato il bravissimo e pluripremiato Paul Abbott, autore britannico di cult come Shameless, Clocking off e State of play (recentemente riadattato dagli americani).
L'incontro con Abbott è stato decisamente illuminante. Ha toccato tutti gli aspetti del lavoro dello sceneggiatore, dalle motivazioni personali, al rapporto col network, al rapporto tra scrittura e regia passando attraverso il ruolo e l'importanza del writer/producer.
Basta mettere di fila le dichiarazioni di Abbott per trarre le dovute conseguenze.
Sul ruolo e l'essenza stessa dello sceneggiatore Abbott dice
"Devo rispettare il pubblico perché io sono il pubblico. Nella mia carriera di sceneggiatore ho fatto cose di cui non sono contento ma ho sempre cercato di migliorare. Se non pensi così non sei uno sceneggiatore, ma un dattilografo"
"Scrivere è riscrivere. Bisogna continuamente cambiare quello che si è scritto. Dargli le proteine per crescere"
"Come sceneggiatore il tuo ruolo è portare le persone in luoghi in cui non sapevano di voler andare. Li devi portare in un punto che non conoscono, dando loro una visione completamente nuova"
"Bisogna far capire il proprio stile al network, bisogna imparare a descrivere quello che si ha in mente. Bisogna essere seduttivi perché solo in questo modo gli altri si interesseranno al tuo lavoro"
Ecco, ci piacerebbe da morire che, anche nel nostro Paese, fosse possibile un approccio alla scrittura di questo tipo. Ci piacerebbe sedurre i nostri interlocutori con delle idee attraenti, che siano nuove per chi scrive e per il pubblico.
Sul ruolo dello sceneggiatore/produttore, Abbott aggiunge:
"Se uno sceneggiatore riesce ad avere la mente da produttore, riesce ad ottimizzare i costi già in scrittura."
Inoltre diventando scrittori/produttori "Il rapporto coi network cambia. Ti rispettano di più perché pensi per loro e non li vedi più come nemici."
"I network americani sono i migliori, ma hanno una politica spendacciona. Non possiamo copiare quel sistema, ma dobbiamo prenderlo e modificarlo. Possiamo migliorarlo."
"I network dovrebbero promuovere la conoscenza dell'industria tra gli sceneggiatori, perché solo così un prodotto può venire bene. In questo modo uno showrunner può rendere cinque volte di più ad un network. In questo modo il prodotto sarà migliore e renderà meglio in tutto il mondo."
C'è bisogno di dire altro? Forse sì. Visto che questo blog è visitato anche dai nostri colleghi registi c'è bisogno di citare le parole di Abbott legate al rapporto tra scrittura e regia:
"Io non so dirigere, non sono un regista e non voglio essere obbligato a farlo. La mia voce esce dalla sceneggiatura e se un regista tentasse di soffocarla non sarebbe un comportamento accettabile. Sceneggiatori e registi sono chiamati a creare insieme il prodotto ed è compito di un bravo produttore far sì che il regista non prevalga. Nessuno può sopravvivere senza l'altro e tutte e tre le categorie devono essere portate a capire questa verità. "
Grazie a Paul Abbott per essere intervenuto, per essere stato così chiaro, netto e preciso. E speriamo che queste affermazioni, che si uniscono alle precedenti di Pharoah e Krivine, smuovano qualcosa nel mercato italiano.
Verificheremo un primo effetto nel convegno finale, sempre dal titolo "Created by: tutela le idee, sviluppa l'industria", che si terrà il 10 Luglio durante il Roma Fiction Fest.
Vi ricordiamo che per accreditarvi basta andare sul sito del Roma Fiction Fest cliccando QUI e andando nell'area "accrediti".
Per il resto... a voi la parola!

62 commenti:

Leonardo ha detto...

Un incontro utile e stimolante. E lui è un vero mito!

Anonimo ha detto...

Io non so produrre, non sono un produttore e non voglio essere obbligato a farlo. La mia voce esce dalla sceneggiatura e se un produttore tentasse di soffocarla non sarebbe un comportamento accettabile. Sceneggiatori e registi sono chiamati a creare insieme il prodotto ed è compito di un bravo produttore far sì che il regista non prevalga. Nessuno può sopravvivere senza l'altro e tutte e tre le categorie devono essere portate a capire questa verità.

E affanculo il created by!

Anonimo Venexiano ha detto...

Mmmm, ho la netta sensazione che l'anonimo qui sopra non sia uno sceneggiatore... e voi?

Anonimo ha detto...

Mmmm, ho la netta sensazione che il Paul Abbott qui sopra non sia uno sceneggiatore... e voi?

Anonimo Venexiano ha detto...

Cacchio, mi hai dato del Paul Abbott. E' il più grande complimento che mi potessi fare. Troppo gentile, Anonimo... eheheheh

Anonimo ha detto...

Quello difficile da digerire per 102 è che il created by restituisca la paternità dell'opera seriale televisiva a chi la scrive.
E questa regola di mercato non l'abbiamo inventata noi, ma è applicata da decenni in industrie ben più floride della nostra.

Shameless infatti, possiamo immaginarla girata da diversi registi... ma chi può sostenere che potrebbe essere scritta da qualcuno diverso da Abbot?

Il ruolo del produttore in questa serie? Scegliere l'idea di Abbot e incoraggiarne lo sviluppo.

Il risultato? Una serie di grande qualità alla sesta stagione.

Anonimo ha detto...

Anch'io sono d'accordo con Abbott. Ad ognuno il suo mestiere. Scegliere il cast di una serie al posto del regista e del produttore non mi farà diventare uno sceneggiatore migliore

INTOTHEWILD ha detto...

Forse non ti aiuterà a diventare uno sceneggiatore migliore ma di sicuro ti permetterà di riconoscere ciò che hai scritto una volta che viene mandato in onda.

ps: cmq Abbott diceva esattamente il contrario e cioè che lo sceneggiatore tanto più è bravo quanto più conosce i processi produttivi successivi alla scrittura. (partendo dal budget e finendo all'editing)

Anonimo ha detto...

Conoscere i processi produttivi è un conto, pretendere un ruolo decisionale in questi processi, che vanno oltre la scrittura, è un altro.
Se qualcuno pensa che sia giusto pretendere di avere diritto di scelta in questi processi, non per specifica preparazione individuale (se uno è bravo è bravo), ma per diritto di ruolo, farà ancora più male alla fiction italiana di quanto non ne abbiano fatto gli editor di ogni specie in questi ultimi anni.
E continuo ad essere d'accordo con Abbott: ad ognuno il suo mestiere.

Anonimo ha detto...

IlNekki

siete sicuri che avete visto lo stesso incontro? ;O)
comunque Paul Abbott è un affascinante alieno. Uno che viene da un mondo diverso in cui l'originalità è un plus, in cui si è spinti a non accontentarsi. Invocare collaborazione, mutuo scambio e rispetto, gli viene naturale e ovvio. Lui ci invita non vedere il network come un nemico perchè non sa che qui avviene il contrario. Quante volte abbiamo sentito da dirigenti e capistruttura che l'autorialità dello scrittore era un 'pericolo' per i prodotti? Che siamo tutti vanesi con i grilli in testa?
quello che fa più male è che un po' hanno ragione. se fossimo liberi scriveremmo cose che guardano a modelli irrealizzabili, abbiamo nella testa regie magistrali, e interpretazioni da urlo.Lo so per tragica esperienza. Una buona, ottima sceneggiatura, un dialogo molto 'scritto',non in senso artificioso ma di pensato, strutturato, fa molto più schifo di uno banale in bocca ad attori malvagi e maleficamente diretti.
Solo una vera volontà editoriale e produttiva, come si è visto sui satelliti, spezza questo circolo perverso, e in questo senso qualcosa di già buono, puo' diventare ottimo per via di uno show runner che se lo sente ancora più suo. In alternativo temo che passeremmo dal pessimo al mediocre, o dal mediocre al passabile, ma questo ovvimante nonvuol dire non doverci provare nemmeno. significa solo che è molto dura.

INTOTHEWILD ha detto...

il primo anonimo parafrasando il discorso di paul abbott ha fatto credere, a chi non ha partecipato all'incontro, che quelle parole fossero sue. niente di più lontano dalla realtù!
Paul Abbott ha fatto un magnifico discorso a favore del 'created by' che è principio fondante dell suo lavoro.

Rispetto chi si ritiene appagato dal proprio lavoro di sceneggiatore e basta, ma i risultati di ciò che ho visto del mio (una volta girato e montato) mi fa essere FORTEMENTE d'accordo con Nikki: è dura ma bisogna provarci!

Anonimo ha detto...

Definizione di proprietà transitiva: se un elemento di A è in relazione con un secondo elemento ed il secondo con un terzo, allora il primo è in relazione col terzo.

Se Paul Abbott dice di non volersi sostituire al regista perché il suo ruolo è quello dello sceneggiatore, ne consegue, per la proprietà transitiva, che non vorrà nemmeno sostituirsi al produttore, al direttore del cast, al montatore, al costumista, al truccatore, al direttore della fotografia e a qualsiasi altro ruolo specifico che prescinda dalla scrittura.

Anonimo ha detto...

102 sei solo tu che parli di sostituzione. Nessuno vuole sostituirsi a nessun altro. Lo showrunner ha 'influenza' sui processi creativi successivi alla scrittura. Il suo compito è quello di trasferire la sua idea originale a tutti i protagonisti dello stesso processo creativo. Questo è l'unico modo per garantire continuità, equilibrio e anima ad una lunga serietà.

Tu parli ancora di un modello produttivo anti-industriale, il vecchio modello cinematografico all'italiana. Modello che vede nel regista il vero e unico 'autore' del film. Ancora oggi questo modello è l'unico che, ogni tanto (direi ogni troppo) sforna film di indubbio valore come Gomorra o il Divo. In televisione però, questo modello sarebbe applicabile solo se registi di tal fatta fossero in grado di scrivere una lunga serialità (e soprattutto ne avessero voglia).

Per quanto riguarda i produttori, Paul Abbott si è sperticato in abbondanti descrizioni del rapporto costruttivo e necessario che lo showrunner, in UK ha con loro.

Capisco che tu abbia degli interessi personali da difendere, ma alza lo sguardo e guarda alla ficition prodotta fino ad oggi in Italia.
Vedi capolavori come Shameless o idee commerciali ma realizzate da dio come Grey's anatomy? Io no. Eppure fino ad oggi i produttori hanno fatto i produttori come dici tu e i registi sono stati considerati i veri autori delle serie!

I risultati sono sotto gli occhi di tutti. La fiction seriale italiana fa schifo e gli unici veri successi sono adattamenti da format spagnoli ispirati (e qui c'è anche la beffa) alla gloriosa commedia all'italiana (non lo dico io ma gli autori spagnoli dei Cesaroni)

Ci spieghi una volta per tutta di cosa hai paura?

Anonimo ha detto...

I risultati sono sotto gli occhi di tutti. La fiction seriale italiana fa schifo

Mille e una ragione perché la fiction italiana fa schifo:
- perché si rivolge a un pubblico generalista
- perché l'età media del pubblico italiano si è sempre più alzata
- perché il decerebramento fatto da rai e mediaset è funzionale a un progetto politico
- perché il pubblico vuole facce note per altre vicende piuttosto che attori qualificati
- perché i produttori di oggi non sono più quelli di un tempo che una puttana se la scopavano e poi le davano un calcio in culo invece di metterla a fare la protagonista di una serie
- perché in un sistema basato su una scala gerarchica chi sta sopra pretende sempre di avere ragione pur non capendone un cazzo
- perché, in ossequio al modello americano, sono arrivati tutta una serie di editor che non hanno mai scritto una sceneggiatura in vita loro, ma pretendono di dirti quello che devi scrivere
- perché i produttori pretendono di essere loro gli autori delle serie solo perché danno lo spunto iniziale (vedi Valsecchi, anche lui rientra nel created by)
- perché se mi chiami a scrivere una storia di corna e ipocriti sentimenti per una massa di pensionati col cervello atrofizzato non puoi pretendere pure che ci metta il cuore
- perché la merda, pure se è calda e la ribattezzi cioccolata, sempre merda rimane

...e in futuro, con il created by:
-perché magari sono un bravo sceneggiatore, ma non capisco un cazzo di regia, marketing, auditel e produzione, ma pretendo lo stesso di decidere su questioni che avrebbero bisogno di specifiche e alte professionalità

C'è qualcun altro che vuole continuare la lista?

Anonimo ha detto...

io sono pigra. dovendo scegliere liberamente, il produttore non lo farei mai. E penso che nessuno voglia farlo davvero.Se si tratta solo di guadagnarsi il diritto di 'contare ' qualcosa o diporre dei veti, peggio di quello che fanno qui, anche non capendone una beneamata minchia, è difficile fare.

INTOTHEWILD ha detto...

oddio che ridere... la paranoia e la rinuncia che trasudano dalle parole degli ultimi due anonimi fanno ben sperare che loro non facciano mai lo showrunner!!!

Confido in chi ha più fuoco nelle vene.
Paul Abbott Santo Subito!!!

Anonimo ha detto...

ilNekki è contento di incontrare il plauso di intothewild ma è - e non potrebbe essere altrimenti - uno scansafatiche fotonico che non farebbe MAI il produttore forse farebbe lo showrunner, che però è altro.. Paul abbott lo ha dichiarato esplicitamente: ' so decifrare un budget ma non me ne frega niente di farlo, preferisco che lo facciano altri' alzi la mano chi non sottoscrive.
Noi ambiamo ad una decisa influenza CREATIVA chefaccia la differenza,
abbiamo individuato nel created by una strada sicura, collaudata per ottenerla, ma non è certo la sola. l'autorevolezza che ci manca potrebbe tranquillamente sopperire, se ci dessero maggior credito e se ci fossero veri produttori e una vera concorrenza. Non arriveremo a dire che non esistono ottimi prodotti fatti mentre lo sceneggiatore dormiva beato a casa sua, vero? Pochi, ma ci sono. Ben venga il created by, quindi, ma per favore evitiamo di azzannare chi si sente solo uno scrittore e lo dice forte.

INTOTHEWILD ha detto...

Nekki ci sto... ma evitiamo di fare anche il contrario.

Anonimo ha detto...

@ilNekki: Chi si sente solo uno scrittore... scriva romanzi!

Anonimo ha detto...

@anonimo
"- perché i produttori di oggi non sono più quelli di un tempo che una puttana se la scopavano e poi le davano un calcio in culo invece di metterla a fare la protagonista di una serie."

Io m'indigno. M'indigno per la realtà a cui queste espressioni fanno riferimento, ma m'indigno anche per le espressioni stesse e per il maschilismo che rappresentano. Mi vergogno che tali espressioni possano apparire su un blog di scrittori. Mi disgusta che un collega - evidentemente sfortunato a letto e nella vita - sfoghi il suo livore da impotente suggerendo comportamenti che il codice civile definisce come reati di offesa alla persona.
Compiango sua madre e spero di cuore che non abbia figlie. Quelle che sono state le sue compagne evidentemente si sono già messe in salvo e lo hanno abbandonato.

in trincea ha detto...

Sì, basta. Sono indignato anche io.

Anonimo ha detto...

Tanto disprezzo per le donne mia nonna lo riassumerebbe così: quando il topo non arriva al formaggio dice che è rancido.

Anonimo ha detto...

102, ti sei fatto riconoscere anche questa volta! pooooraccccioooo

giuseppe ha detto...

Abbiate pietà. Forse è basso.

Anonimo ha detto...

Cos'è, sact, vi siete consultati con Ghedini per concordare la linea di difesa?

Anonimo ha detto...

Ghedini difende le donne?

giuseppe ha detto...

Volevo dire che ci sono passato. Sono basso e ci ho messo un po' a capire che fare lo stronzo non t'aiuta.

Anonimo ha detto...

Ghedini:
È una ricostruzione di assoluta fantasia. Il rapporto con la ragazza nasce dall'amicizia con la famiglia, come spiega amplissimamente il padre e come sarà appurato nei processi che verranno intentati nei confronti di Repubblica e di chi dovesse fare dichiarazioni diffamatorie, soprattutto per Noemi, una ragazzina di 18 anni massacrata da questa vicenda

mauro ha detto...

Torno al post, che mi sembra più interessante.
Abbott dice: "I network dovrebbero promuovere la conoscenza dell'industria tra gli sceneggiatori, perché solo così un prodotto può venire bene. In questo modo uno showrunner può rendere cinque volte di più ad un network. In questo modo il prodotto sarà migliore e renderà meglio in tutto il mondo."

Effettivamente per strappare ai nostri editor delle informazioni di mercato sul prodotto, tocca fare i salti mortali... Sono più gelosi dei cuochi con le loro ricette.

L'EDITOR ha detto...

Ad averla una ricetta! Qui si naviga a vista e ogni giorno il porto da raggiungere cambia.
Un po' come in Lost: non sappiamo dove siamo e neanche in che epoca!
Per questo usiamo la carta del segreto... perché non abbiamo verità, né conoscenze da rivelare...
...così ci nascondiamo in un alone di mistero che fa sempre chic!

Anonimo 2009 ha detto...

Editor benvenuto/a!! Visto che sulla barca ci siete anche voi è bello sentirvi battere un colpo. Amenoché tu sia un buontempone... Comunque, se sei proprio un editor, stai raccontando che anche voi non siete messi benissimo. L'avevo sospettato da quanto siete insopportabili certe volte... Niente di personale, ma la sensazione di uno sceneggiatore è proprio questa. Il benvenuto comunque è sincero. Se incominciate a vomitare un po' anche voi forse riusciamo a capirci meglio... E magari anche a capire dov'è il bandolo della matassa. Vorrei evitare di smettere di lavorare per azzeramento del lavoro.

L'EDITOR ha detto...

Caro 2009, anche io non vorrei smettere di lavorare e quindi evito di dirti dove si trova il bandolo della matassa...
xò ti do una speranza: il created by potrebbe essere una strada per ridistribuire responsabilità e competenze, tra di voi ma anche tra di noi.
Basta guardare ai mercati sani d'oltre confine per rendersi conto dei buoni risultati che produce.
Io l'ho fatto, per questo appoggio la vostra battaglia.
E non vi fate incartare dai discorsi sui budget alti. In usa si producono fiction di alta qualità: 50 minuti in 7 giorni lavorativi di girato. Senza star!!!
I contratti e i compensi crescono solo con il buon andamento della serie.
Si può fare molto per la fiction in Italia. E' ora che qualcuno inizi.

Anonimo ha detto...

Salve, sono un attore, anche noi non stamo messi bene e allora ho pensato che se voi avete il created by noi possiamo fare il recitated by, perché di idee ne abbiamo tante e se recitassimo le nostre idee di certo verrebbero fuori fiction migliori. Sia chiaro, questo non vieta a sceneggiatori bravi di mettersi alla prova recitando, ma penso che la mia idea possa trovare molti più sostenitori e sia valida quanto la vostra

INTOTHEWILD ha detto...

@ attore simpaticone
Benissimo! scrivila e organizzala in una lunga serie, poi trova un network interessato, un produttore che la finanzi e proteggila fino alla messa in onda, collaborando con tutte le parti impiegate nel processo creativo.
per quanto riguarda noi sceneggiatori... almeno tra gli amici (e ne ho tanti) non ne conosco nessuno che abbia voglia di misurarsi con la recitazione! cmq grazie per la generosità ;-)

Anonimo 2009 ha detto...

E benvenuto anche all'attore! Scusa ma se tu, attore, scrivi le tue idee non diventi forse sceneggiatore? Chi scrive le idee è lo sceneggiatore, non c'è niente da fare. Inoltre perché le tue idee si trasformino in copioni ci vuole capacità tecnica, in una parola professionalità (in Italia succede di tutto ma qui si sta parlando di quello che sarebbe giusto). O tu sei uno di quegli attori finiti a recitare per caso? A quelli che hanno studiato e si sono sbattuti per conquistare il loro spazio gli improvvisati non piacciono, attori o sceneggiatori che siano.

@ EDITOR. "50 minuti in 7 giorni lavorativi di girato."... Scusa ma non stai esagerando? Io ho sempre sentito che per 50' ci vogliono due settimane. Negli incontri alla Casa del Cinema ho sentito parlare di circa 1 milione di euro per puntata da 50'. Qui una puntata in media costa al Network 750.000 euro, quanto dovrebbe costare in meno per sopravvivere? E un' altra domandina: visto che siamo in anonimato, qualcuno riesce a dire quanto costa veramente quella puntata pagata 750.000 e quanto invece finisce nelle tasche del produttore e/o altre tasche?

Anonimo ha detto...

Scusa ma se tu, attore, scrivi le tue idee non diventi forse sceneggiatore?

E se tu sceneggiatore ti occupi di cast e di budget non diventi un produttore?

L'EDITOR ha detto...

@2009 ti assicuro che sono stato su set in cui si girava una puntata cinque giorni in interno e due in esterno. ovviamento parlo di giorni lavorativi quindi una settimana e mezzo.
Nonostante ciò in Usa le puntate costano oltre 1.000.000 di dollari... ma questo perché si rivolgono ad un mercato ben più ricco e di conseguenza alle entrate sono rapportati gli investimenti.
Da noi bisogna trovare la strada... io suggerirei stesso modello produttivo 70% in studio e 30 max in location;
e poi cominciare a pensare che la forza di una serie è l'idea e su questa bisogna investire, non sui mega cache degli attori e sui micro compensi di pseudo sceneggiatori al servizio dei produttori che come predatori, hanno l'unico scopo di arraffare.

Anonimo ha detto...

http://www.youtube.com/watch?v=rRdi9wNBHNc

sceneggiatore di puntata ha detto...

La Squadra (90') veniva girata in due settimane (5 giorni lavorativi più metà giornata il sabato). Tutto si può fare. In ancora meno tempo che in america. Però... Mi ricordo ancora lo stress dei tempi stretti, l'abbondante carico di nevrosi che si accumulava e rimbalzava nelle stanze della scrittura, i litigi con il reparto produttivo...
Insomma, i tempi stretti hanno molti vantaggi (collegamento con il pubblico, possibilità di raddrizzare il tiro in corso d'opera, abbassamento dei costi) ma anche svantaggi che qui dobbiamo affrontare con lucidità e fermezza. Gli svantaggi riguardano principalmente lo sceneggiatore di puntata (e lo script editor). Alla "Squadra" lo sceneggiatore di puntata si trovava schiacciato dentro un meccanismo che non controllava e che non gli veniva spiegato a sufficienza. Buttava creatività contro una apparentemente insulsa volontà esterna, passata per metodo produttivo. I suoi errori spontanei finivano poi corretti dal totale arbitrio dello script. Spesso, adirittura, per non perdere tempo a litigare con lo sceneggiatore di puntata (che ovviamente tendeva a difendere il proprio lavoro e le proprie motivazioni), gli errori venivano lasciati passare "per pietà": tanto poi si era sicuri di poterli aggiustare nella riscrittura. Lì, effettivamente, l'head non era produttore creativo. Anzi. La produzione creativa contava sull'head (e sul suo lavoro di ricucitura) per lasciar passare favori ai registi.
I registi, infatti, digiuni come gli sceneggiatori di puntata del senso del tutto, coglievano vuoti narrativi e ne approfittavano per introdurre la loro personale creatività anche negli spazi della sceneggiatura. I tempi brevi - che @editor vede con favore come controllo del prodotto - si tramutavano invece in colpi d'accetta sulla sceneggiatura. I registi ottenevano dagli script (più o meno consenzienti) riscritture di 90' in cinque giorni. Sebbene la Squadra sia stata una scuola di sceneggiatura "feroce" (e in quanto feroce anche utile) per molti di noi, mi permetto di dire che no, il created by non deve prendere esempio da quello che succedeva lì.
Prima di entrare nei tempi stretti del prodotto, gli head e la produzione e il network devono trovare il sistema per mettere a punto il modello da applicare. A costo di riscrivere 50 volte il pilota. Questo gli head devono capire. Non possono partire contando sul "sacrificio" dei loro sottoposti. Non ci raccontate balle sulla libertà creativa degli sceneggiatori di puntata. Gli sceneggiatori di puntata possono essere protetti solo da head che hanno chiaro in testa ciò che vogliono e sanno trasmetterlo. Solo così, effettivamente, avere un head showrunner diventa un vantaggio anche per lo sceneggiatore di puntata che acquisisce (adeguandosi al progetto e andando sul set) abilità e rispetto del proprio lavoro. Giusto?

INTOTHEWILD ha detto...

@sceneggiatore di puntata, musica per le mie orecchie! finalmente qualcuno che fa un'analisi oggettiva e si pone degli obiettivi costruttivi.
Le responsabilità e le competenze che deve garantire un'head sono esattamente quelle che tracci.

tchavolo ha detto...

Magari bastasse la pelata di Ravello per fare The Shield (se ben ricordo 5 giorni di riprese ad episodio, 6 per Scott Brazil, pace all'anima sua...)

sceneggiatore di puntata ha detto...

@intothewild
allora, forza. Non sarò io l'unico sceneggiatore di puntata di questo blog. E' il momento di stilare i termini del ruolo degli head nel created by. Ribadisco i miei punti.
1. avere le idee chiare sul prodotto
2. aver trovato l'accordo certo sull'idea con la produzione e col network (non giocate a far finta che la paghiamo noi!)
3. aver scritto il pilota (anche 50 volte)
4. aver definito il format (arco temporale, numero di scene, numero di esterni/interni, numero di scene dedicate alle linee orizzontali e numero di scene a quelle verticali)
5. aver definito la filosofia dei personaggi

Poi?

Anonimo 2009 ha detto...

@anonimo: "E se tu sceneggiatore ti occupi di cast e di budget non diventi un produttore?"

Anonimo,li hai letti i post sui tre incontri alla Casa del Cinema? "Si tratta di influenza non di potere" "Mantenere distanza critica e realizzare opere pesonali""Se rispetti il pubblico, rispetti te stesso". Ma lo senti quanto più alti sono questi concetti delle piccole polemiche a cui siamo abituati? Non si tratta di "rubare" ruoli. Si tratta di cambiare punto di vista e cercare soluzioni insieme.

@Sceneggiatore di puntata.
Continuo la lista:
6.avere una buona tecnica di comunciazione con gli sceneggiatori di puntata.

Anonimo ha detto...

Insomma, sceneggiatore di puntata, quello che vuoi farci capire è che sulla squadra tutta la colpa è stata dell'head writer che non aveva le idee chiare e scaricava la sua ineguatezza su di voi sceneggiatori di puntata. Capisco che tu possa aver avuto una pessima impressione da quell'esperienza, ma non ne trarrei una regola generale. Come pure, i punti che indichi non riguardano affatto il created by, ma sono solo il normale lavoro di uno sceneggiatore

INTOTHEWILD ha detto...

Anonimo, io concordo con sceneggiatore di puntata. L'head, a differenza dello sceneg di punt, ha la responsabilità di stabilire i meccanismi drammaturgici che regolano la serie. Nella serialità televisiva i cardini intorno ai quali tutto ruota sono stabiliti dal pilota e ripetuti meccanicamente negli episodi successivi.
Ogni personaggio ha il suo motore emotivo (ambizione, vendetta, amore, etc) e ogni episodio ha un preciso incastro di plot, uguale nella forma e diverso nei contenuti. Es: ogni episodio di doctor house è strutturato sempre nello stesso modo, così come Grey's Anatomy o The Closer etc...

Il creatore della serie è colui che stabilisce le regole narrative, gli sceneggiatori di puntata quindi, si muovono dentro una griglia drammaturgica precisa, il loro compito è rinnovarne i contenuti e con loro le storie. La struttura, ripeto, è data dall'head.
Fino a che gli head si sentiranno solo sceneggiatori non avranno capito l'importanza del loro ruolo.
E quelle che ho elencato sinora sono soltanto le responsabilità della scrittura...
7) uno showrunner ha inoltre la responsabilità di scrivere in funzione di un budget dato, ottimizzando così le risorse a sua disposizione ed evitando tragici tagli in fase di produzione.
L'influenza che lo showrunner esercita sui registi, sugli attori e sui montatori è solo volta a mantenere il timone della barca in direzione della rotta stabilita dall'idea di partenza.
L'idea però, come dice sceneggiatore di puntata, deve essere ben concepita (concept).
La messa in scena e le scelte creative successive ne determinano lo stile e ne completano il format.

Anonimo ha detto...

Si tratta di influenza non di potere

E la distinzione quale sarebbe? Per me è chiara, ma non sono sicuro che lo sia anche per te. Certamente non è influenza quella che passa per le norme di un contratto che definisce quali sono i compiti e le competenze. Per farti un esempio, si parla di "potere" decisionale, non di "influenza" decisionale. E non potrebbe essere altrimenti perché "l'influenza" non è contrattualizzabile.
Quindi, smettiamola di giocare con le parole. Gli intenti del created by, nell'accezione sact, sono tutt'altro che nobili e alti, e invece molto più venali, IMHO...

E in quanto all'avere una buona tecnica di COMUNCIAZIONE... :D :D :D

sceneggiatore di puntata ha detto...

@anonimo, se devo parlar male di qualcuno, sono capace da solo e non ho bisogno del tuo aiuto, né della tua interpretazione. Non ho detto che l'head della Squadra non aveva le idee chiare per conto suo. Ho detto che non c'era il created by e che non era produttore creativo, e che quindi non poteva controllare il prodotto che sbandava (perdita di senso generale) a seconda di chi vinceva la singola battaglia del brainstorming, della scaletta, della revisione della sceneggiatura, della lettura col regista, della scelta delle locations, delle fisse degli attori, delle capriole creative del montatore. Siccome siamo democratici queste battaglie le vincevano un po' per uno ed era un casino. Detto questo e detto che in quelle condizioni il prodotto che è andato in onda ha del miracoloso, direi che si può dire anche basta al caos. Ed è questo che sto cercando di dire, @anonimo, non mi mettere in bocca stronzate. E ne voglio trarre assolutamente delle regole perché la Squadra è produttivamente quanto di più simile è esistito in Italia alla "macchina" del created by, in quanto tecnica di realizzazione il più vicina possibile alla messa in onda. Quindi non mi rompere gli zebedei perché se dici che i punti da 1 a 5 fanno parte del lavoro normale di uno sceneggiatore, non solo non hai mai partecipato alla scrittura di una serie, ma quel che hai scritto fin qui lo hai fatto dormendo.

Anonimo ha detto...

Non mi interessa affatto denigrare la squadra. Mi limitavo soltanto a tirare le conseguenze dalle tue affermazioni. E ribadisco, quello che descrivi è il normale lavoro di uno sceneggiatore.
E poi, onestamente, rileggiti:
"...a seconda di chi vinceva la singola battaglia del brainstorming, della scaletta, della revisione della sceneggiatura..."
Beh, una cosa è sentire i pareri e considerare gli apporti di tutti, un'altra cosa darla vinta all'uno o all'altro perché siamo in "democrazia".

sceneggiatore di puntata ha detto...

@anonimo
appunto, ribadisco. Il created by non è quella "democrazia" di un contentino a tutti in mezzo al caos. L'head non poteva farci niente, perché non era lo showrunner (come poi - vedi intervista - lo è stato invece Corbucci per la Nuova Squadra).

E ribadisco anche che i punti da 1 a 5 NON fanno parte del lavoro di uno sceneggiatore di puntata perché in una serie lo sceneggiatore di puntata non ha voce in capitolo su quei 5 punti. O li trova fatti bene, o si trova LUI nei guai.

Anonimo ha detto...

Forse non ci siamo capiti, io non parlo di sceneggiatori di puntata. Dico che quei punti sono già oggi il normale lavoro di uno sceneggiatore (head writer, così siamo più chiari) che sa fare il suo mestiere, e non c'entra nulla il created by.
Nei brainstorming anche oggi l'head è titolato a decidere la direzione secondo quanto scritto e approvato nella bibbia. Se non lo fa, se non si impone, perché l'editor di rete vuole sovrastarlo, perché la produzione vuole fare la cresta risparmiando sui costi e gli stessi altri sceneggiatori lo ritengono un cretino raccomandato che non capisce un cazzo, allora il problema è tutto suo e nessun created by basterà a risollevarlo.

sceneggiatore di puntata ha detto...

@anonimo
Sui punti da 1 a 5 mi dai ragione. Sono punti che riguardano l'head e non lo sceneggiatore di puntata (perché hai dovuto rompere le palle non si capisce, visto che stavamo appunto definendo il ruolo dell'head.)

Poi scrivi:
"Nei brainstorming anche oggi l'head è titolato a decidere la direzione secondo quanto scritto e approvato nella bibbia."

Prego?
In che mondo vivi?
Chi lo ha titolato a fare che?
Chi rispetta una bibbia approvata da chi?
Lo vedi che non sai niente delle serie e getti veleno a caso?
Svegliati.

@editor tace. E ci credo!

Anonimo ha detto...

E vabbè, scorniamoci un poco anche fra noi, tanto...
Io ho scritto in risposta al tuo primo commento:
"...i punti che indichi non riguardano affatto il created by, ma sono solo il normale lavoro di uno sceneggiatore"

Non ho detto sceneggiatore di puntata, ma solo sceneggiatore sottintendendo l'head writer (che fino a prossima riforma dovrebbe essere anche lui uno sceneggiatore).
Ti è più chiaro adesso?

In quanto alla tua seconda obiezione, affermare da parte mia che già oggi un head writer è titolato a decidere (per impegno contrattuale) non significa che non mi renda conto che a volte quel ruolo è occupato da semplici scendiletto, pronti ad assecondare i desideri di chiunque pur di tenersi stretto il lavoro.
E a questi campioni della scrittura, ne conosciamo un bel po', servirebbe un trapianto di testicoli più che il created by.

Anonimo 2009 ha detto...

Ma gli "anonimi" senza alcuna definizione (un numero, un disegnino, un nickname ecc..) sono tutti irritanti nello stesso modo o è sempre uno?
@anonimo che risponde attaccandosi a un refuso: sei arrivato alla frutta. Troppo piccoletto per parlarti ancora. Sei cancellato.


Anonimi tutti lancio un appello: facciamoci identificare con qualcosa. Io non mi sono sforzato molto, ho messo l'anno vicino ad "anonimo", ma almeno si sa che sono sempre quello.

Anonimo ha detto...

Siamo tutti irritanti allo stesso modo quando non sai che rispondere e ti attacchi a una battuta su un refuso per denigrare chi ti ha messo in difficoltà

P.S.: di anonimi da queste parti ne passano tanti

sceneggiatore di puntata ha detto...

@anonimo
"E a questi campioni della scrittura, ne conosciamo un bel po', servirebbe un trapianto di testicoli più che il created by."

No. Non ti seguo neanche un po'. L'head non deve essere concepito come un boxeur. Neanche se ci fa comodo che si esponga e prenda colpi al posto nostro, neanche se ci fa comodo che si prenda lui la colpa della nostra incapacità. Perché ogni tanto le toppe le prendiamo anche noi o gli sceneggiatori di puntata sono solo geni incompresi?
Ai nostri head e a noi sceneggiatori di puntata (e ai nostri editor) serve proprio e soltanto il created by, che vuol dire un unico referente per la coerenza del prodotto all'idea, un unico referente RICONOSCIUTO PER DIRITTO (i contratti che si firmano non sono sufficienti) E PER PRASSI (non vogliamo ricatti sull'head perché non li vogliamo su di noi. Vogliamo parlare con l'head come con uno dotato di autorità oltre che di competenza, e non come una cinghia di trasmissione di un potere confuso, arbitrario e controproducente). Tutto il peggio di cui parli, è per il 90% effetto del caos.

L'EDITOR ha detto...

@sceneggiatore di puntata, taccio perché come credo di aver già detto con chiarezza siamo tutti vittime di un 'sistema' che non funziona.
Bisogna ristabilire le competenze e le responsabilità, TUTTE, comprese le nostre. Per questo appoggio la sact nella proposta del 'created by', perché è un modello che in altri mercati ha creato industria.

Per quanto riguarda le reti io credo che il loro compito sia:
1) individuare un pubblico di riferimento
2) in base a questo decidere su quali generi investire.
3) Una volta raccolte le idee sul 'genere dato' scegliere quella che a suo parere è la migliore (e non quella che più somiglia all'ultimo successo andato in onda).
4) produrre il pilota in collaborazione con produttore e showrunner. (queste tre figure e solo queste tre, devono stabilire lo stile della serie e scegliere IN ACCORDO i caporeparti e il cast artistico)
5) l'optimum sarebbe scrivere e produrre in contemporanea alternando i registi.

Tutto questo garantirebbe un'identità precisa al prodotto e, qualora l'idea su cui si è investito si rivelasse giusta, una serialità replicabile di anno in anno come appuntamento stagionale.
Nel caso in cui, l'idea si rivelasse invece perdente, sospendere la messa in onda e reinvestire i soldi (che ad oggi si sprecano nel produrre per intero serie che poi vengono sospese per ascolti troppo bassi, guarda Crimini Bianchi o Piper) in nuove idee e nuove serie.

Questo succede dove le idee creano industria.

Anonimo ha detto...

@sceneggiatore di puntata
Piano piano ci stiamo sintonizzando sulla stessa larghezza d'onda, anche se ancora non stiamo sentendo la stessa musica.
Ti sembrerà strano, ma sottoscrivo quanto detto da EDITOR:
"...credo di aver già detto con chiarezza siamo tutti vittime di un 'sistema' che non funziona.
Bisogna ristabilire le competenze e le responsabilità, TUTTE, comprese le nostre."

Ovviamente non sottoscrivo la parte successiva in cui indica il created by come la panacea di tutti i mali, ma è indubbio che quanto dice fino a quel punto è pienamente condivisibile.
Abbiamo un sistema oggi che non è basato sul merito, ma sul minimo sindacale. Le produzioni sono sotto ricatto delle reti che scelgono a chi affidare le fiction in base ai padrini politici del momento.
Avere il miglior progetto, le migliori competenze, la migliore squadra, oggi come oggi non serve a nulla, perché ad andare avanti saranno sempre e comunque progetti scelti con criteri non di merito.

Sarò massimalista, ma non serve a nulla parlare di created by quando si sa benissimo che eventuali vantaggi verrebbero automaticamente annullati dall'attuale sistema.
Occorre invece ristabilire le competenze e le responsabilità, TUTTE, comprese le nostre, ritornando ad essere sceneggiatori capaci anche di dire no, se necessario, e senza aver paura di essere mandati via.
E' questa la lotta da fare. Non preoccuparsi, come fa la sact, che gli head writer abbiano più soldi e più potere da esercitare esclusivamente sui loro sottoposti, cioè su di noi.

sceneggiatore di puntata ha detto...

@anonimo, è vero, ci stiamo avvicinando. Ma dove l'hai sentito che la Sact chiede aumenti per gli head? Sono molto sensibile all'argomento e questa mi è sfuggita.

Anonimo ha detto...

Ma dove l'hai sentito che la Sact chiede aumenti per gli head?

Il mettere, da parte della sact, al centro della propria azione il created by (che riguarda in prima istanza gli head writer), ha innanzitutto come conseguenza diretta il far slittare nella lista delle priorità altre urgenze che riguardano la totalità degli sceneggiatori.
Stando poi a quello che si è letto e sentito finora sul created by, ci sarebbe un maggior coinvolgimento degli head writer nei processi decisionali che prevederà un loro ruolo anche nelle scelte di regia, di cast e di budget. Un maggiore impegno, quindi, in termini di tempo e competenze che, come normale, dovrà essere remunerato in maniera maggiore del passato.
Se poi passasse anche l'idea di un budget unico per il reparto scrittura, gestito direttamente dall'head writer, ci troveremmo a dover trattare i nostri compensi con lui e non più con le produzioni. Con le conseguenze che il "pulciaro" della situazione sarebbe proprio la persona con cui dovremmo lavorare a stretto contatto e in armonia.

INTOTHEWILD ha detto...

@ultimo anonimo
created by o no, dalle tue parole trasuda una fiducia in quella che dovrebbe essere la tua categoria che 'levate'.
Sei sicuro di essere uno sceneggiatore?
Spero per te di no, perché se è così, la tua vita deve essere un inferno popolato da colleghi demoni pronti ad azzannarti per un pugno di dollari.
Visto che ti fidi così tanto dei produttori invece... perché non cambi parrocchia?
Ah... scusa, sei già seminarista!

sceneggiatore di puntata ha detto...

@anonimo
"Se poi passasse anche l'idea di un budget unico per il reparto scrittura, gestito direttamente dall'head writer, ci troveremmo a dover trattare i nostri compensi con lui e non più con le produzioni."

Mi riprendo la distanza. Ti fai troppe pippe! E ti vomiti addosso.
Torno alla mia idea originale: non hai mai scritto serie.

Anonimo ha detto...

Beh, saranno pure pippe, ma non mie. Prova a chiedere alla sact che ne pensano di questa storia del budget, magari a te rispondono.