sabato 30 marzo 2013

WEB/DIVERSITA'



Sono state pronunciate parole nuove nella sede della SACT di via Montello a Roma, il 19 febbraio, in occasione dell'incontro

WEB ON/OFF

CAPITOLO SECONDO

Al tavolo dei “conferenzieri” erano stati invitati: 
- NICHOLAS DI VALERIO, vincitore ex-aequo del Premio Piloti SACT-Solinas 2010, co-autore con Flavio Parenti del crossmovie "DAYS".
- BEATRICE MIANO e EROS TUMBARELLO, co-autori della Web serie "JOB/SICK"
- FRANCESCA STAASCH e DANIELE MALAVOLTA, autori di "HAPPY DAYS MOTEL", uno dei 10 webmovies prodotti dalla RAI e da Telecom. 

Li abbiamo elencati in ordine alfabetico, ma in realtà hanno parlato in ordine inverso: prima Francesca e Daniel, poi Beatrice ed Eros, ed infine Nicholas. Una delle parole che ha raccolto il cuore di molti interventi è stata DIVERSITA’.

I prodotti che vanno sul web sono diversi? Adoperano un linguaggio diverso? Debbono cercare la diversità?

 Diversa è stata certamente l’iniziativa della RAI che ha prodotto con CUBOVISION della Telecom, i dieci webmovies di cui si può leggere qui e di cui si è parlato a dicembre 2012 nell’incontro web on/off 1.

Diversità chiede Francesca su questo tema, dopo l'esperienza del suo Happy Days Motel: di fronte a meno soldi, La produzione deve concedere più tempo per la preparazione ed esercitare sugli autori minore pressione emotiva. La sceneggiatura deve poter accettare un riadattamento di location e una partecipazione degli attori.
Ma per il resto NO, nessuna diversità nella concezione del film, nessun diverso linguaggio: un film è soprattutto un film, su qualunque piattaforma vada. Magari si pretende che la piattaforma consenta la visione, perché al momento i Web Movie della Rai sono difficilmente rintracciabili come ha fatto notare sul suo sito la nostra socia Rita Charbonnier. 

Diversa, rispetto ai film RAI, la partenza sul web della serie job/sick. Beatrice ed Eros hanno cominciato a postarla prima su Facebook e poi sono passati a creare un canale su Youtube. Diverso il punto di vista emotivo della serie che registra uno stato d’animo attuale e diffuso: conta di più il lavoro che la salute. Diverse le loro motivazioni: urgenza di raccontare, più che ricerca di successo professionale o economico. Diverso l’approccio autorale: Beatrice ed Eros scrivono la sceneggiatura degli episodi (perché è la scrittura che conta) e mettono il testo in franchising a disposizione dei registi: qualcuno vuole girarlo con i suoi mezzi e a sue spese? Diverso lo spirito: si scrive e si gira, come si va in palestra, per allenarsi su generi o linguaggi nuovi.

 Diversa la convocazione che ha ricevuto Nicholas da Flavio Parenti per il cross movie Days, diverso il prodotto da realizzare e diverso il sistema di fruizione. Flavio l’ha chiamato e gli ha dato lo schema di una storia che doveva contemplare ad ogni step narrativo, la scelta di perlomeno 6 varianti, da parte dello spettatore. E ovviamente, ogni variante doveva poter arrivare ad una diversa fine. Lo schema era di Flavio, Nicholas avrebbe dovuto sceneggiare le alternative. Diversa la certezza di compenso: contratto più saldo effettivamente regolato. (Qualcuno dalla sala si è stupito e rallegrato. Stupito e rallegrato di una prassi che dovrebbe essere normale? Ce ne stupiamo noi. Vi rendete conto del punto a cui siamo arrivati?)

La vera diversità la fanno i soldi: il commento secco è venuto dalla sala e faceva riferimento alla recente pubblicazione su Netflix della intera serie (tutti gli episodi contemporaneamente) di House of Cards con Kevin Spacey. 
Netflix (canale di diffusione in streaming e on demand) ha infatti acquistato i diritti della serie in diretta concorrenza con reti tv prestigiose come ABC e HBO. Chi l’ha vista non ne nota la differenza con l’altissima qualità dei prodotti televisivi delle tv via cavo USA. 
Ma alla fine, un elenco di diversità ha cominciato a identificare alcune caratteristiche necessarie di modello narrativo per il web.
La prima caratteristica è la durata delle clip (pochi minuti) che portano a una brevità anche dell’arco narrativo, con conseguente intensificazione del ritmo (ndr: sembra di parlare di musica, che meraviglia!).
La seconda caratteristica è il target del pubblico che corrisponde alla fascia di mercato 18/25 da sempre ambita e rincorsa dai pubblicitari. Caratteristica che porta diversità negli investitori: appaiono le prime webserie promosse da ditte di abbigliamento.
La terza caratteristica è che le due caratteristiche precedenti sono sufficienti per non richiedere diversità di linguaggio. Le webseries si avvalgono senza problemi del modello sit-com, già sperimentato sulle tv generaliste, con camera più o meno fissa.
La quarta caratteristica è il particolare tipo di fruizione che appartiene al web: gratuita, libera e modaiola, cioè con i commenti. Fruizione che potrebbe comportare un’ulteriore e definitiva diversità: una webserie che si rispetti deve tener conto del rapporto col pubblico, deve rispondere ai commenti orientando la narrazione, deve inglobarli come ha fatto “Lost in Google”?
E’ una domanda che rilanceremo e terremo presente nel prossimo 

WEB ON/OFF  
capitolo terzo

MARTEDI’ 23 aprile 2013
alle ore 18:30 in via Montello 2.

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