lunedì 25 giugno 2012

TURNING POINT: IL SESTO E IL SETTIMO PRINCIPIO


La crisi finanziaria e la faccia tosta di produttori e network, che hanno il coraggio di scaricare su di noi il loro rischio d’impresa, hanno DISSESTATO LE CONDIZIONI DI LAVORO della nostra categoria.
RIPORTIAMOLE IN ASSE!
In vista dell’assemblea del 26 giugno la SACT rende noti i 10 principi che dovranno essere tradotti in clausole e a cui si dovranno allineare tutti i contratti di soggetto e sceneggiatura.

Dopo il PRIMO, il SECONDO e il TERZO, il QUARTO e il QUINTOPRINCIPIO che riguardavano soprattutto i diritti, cominciamo ad occuparci della prestazione d’opera.

Il SESTO E IL settimo principio riguardano un punto fondamentale - assai dissestato - della nostra professione, e cioè la crescita della sceneggiatura per elaborazione progressiva di testi, sempre più complessi, sempre più funzionali al prodotto da realizzare: occorre un ACCORDO CERTO SULLE REVISIONI. Ecco di che cosa si tratta:
6. L’impegno dello scrittore viene assolto con una progressiva serie di consegne di elaborati (soggetto e/o trattamento e/o sceneggiatura) dei quali viene prevista una prima stesura e la possibilità per la produzione – entro tempi stabiliti -  di richiedere delle modifiche e di ottenere quindi una ulteriore stesura o revisione.
Per la sceneggiatura si prevede, nei casi più complessi, che la produzione possa richiedere una terza stesura (o seconda revisione) e si precisa quanto segue:
-   nel caso delle serie TV, come prima stesura viene intesa la stesura che ha subito già una eventuale revisione, richiesta dall’head writer e interna al gruppo di scrittura.
-   Le revisioni vanno considerate come rimaneggiamenti delle versioni precedenti e non riscritture sulla base di nuovi soggetti e/o trattamenti.  
-   Resta sempre allo scrittore, eventualmente insoddisfatto della propria opera, la possibilità di ritirare e sostituire una versione già consegnata.  
7. E’ esclusa la possibilità di inserire nei contratti la così detta “Clausola di approvazione”, comprese tutte le formule in cui appaia l’espressione “a insindacabile giudizio”. E’ consentito invece chiedere allo stesso scrittore ulteriori revisioni dietro pagamento di ulteriori compensi, con la possibilità che siano concordati preventivamente nel contratto..

CHE COSA VUOL DIRE?
Il tempo è denaro.  Lo sceneggiatore sa che la sua opera è il primo passo di un processo industriale: non scrive solo per sé o per entrare nella storia, non può prendersela comoda come gli pare.
Il tempo è denaro. Anche quello dello sceneggiatore. I suoi interlocutori non possono permettersi di fare avanti e indietro sulle loro decisioni. Scadenze e limiti sono salutari per la bontà dei rapporti e l'efficacia del lavoro.

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