La crisi finanziaria e la faccia tosta di produttori e network, che hanno il coraggio di scaricare su di noi il loro rischio d’impresa, hanno DISSESTATO LE CONDIZIONI DI LAVORO della nostra categoria.
RIPORTIAMOLE IN ASSE!
In vista dell’assemblea del 26 giugno la SACT rende noti i 10 principi che dovranno essere tradotti in clausole e a cui si dovranno allineare tutti i contratti di soggetto e sceneggiatura.
Dopo il PRIMO, il SECONDO e il TERZO, il QUARTO e il QUINTOPRINCIPIO che riguardavano soprattutto i diritti, cominciamo ad occuparci della
prestazione d’opera.
Il SESTO E IL settimo principio riguardano un punto
fondamentale - assai dissestato - della nostra professione, e cioè la crescita della sceneggiatura
per elaborazione progressiva di testi, sempre più complessi, sempre più funzionali
al prodotto da realizzare: occorre un ACCORDO
CERTO SULLE REVISIONI. Ecco di
che cosa si tratta:
6. L’impegno
dello scrittore viene assolto con una progressiva serie di consegne di
elaborati (soggetto e/o trattamento e/o sceneggiatura) dei quali viene prevista
una prima stesura e la possibilità per la produzione – entro tempi stabiliti - di richiedere delle modifiche e di
ottenere quindi una ulteriore stesura o revisione.
Per la sceneggiatura si prevede, nei casi più complessi, che la produzione
possa richiedere una terza stesura (o seconda revisione) e si precisa quanto
segue:
-
nel caso delle serie TV, come prima stesura
viene intesa la stesura che ha subito già una eventuale revisione, richiesta
dall’head writer e interna al gruppo di scrittura.
-
Le revisioni vanno considerate come
rimaneggiamenti delle versioni precedenti e non riscritture sulla base di nuovi
soggetti e/o trattamenti.
-
Resta sempre allo scrittore, eventualmente
insoddisfatto della propria opera, la possibilità di ritirare e sostituire una
versione già consegnata.
7. E’ esclusa la possibilità di inserire nei contratti la così detta “Clausola di approvazione”, comprese tutte le formule in cui appaia l’espressione “a insindacabile giudizio”. E’ consentito invece chiedere allo stesso scrittore ulteriori revisioni dietro pagamento di ulteriori compensi, con la possibilità che siano concordati preventivamente nel contratto..
CHE COSA VUOL DIRE?
Il tempo è denaro. Lo sceneggiatore sa che la sua opera è il primo passo di un
processo industriale: non scrive solo per sé o per entrare nella storia, non
può prendersela comoda come gli pare.
Il tempo è denaro. Anche quello dello sceneggiatore. I suoi
interlocutori non possono permettersi di fare avanti e indietro sulle loro
decisioni. Scadenze e limiti sono salutari per la bontà dei rapporti e l'efficacia del lavoro.
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