La crisi finanziaria e la faccia tosta di produttori e network, che
hanno il coraggio di scaricare su di noi il loro rischio d’impresa,
hanno DISSESTATO LE CONDIZIONI DI LAVORO della nostra categoria.
RIPORTIAMOLE IN ASSE!
In occasione dell’assemblea del 26 giugno la SACT propone i 10 principi che
dovranno essere tradotti in clausole e a cui dal prossimo TURNING POINT
si dovranno allineare tutti i contratti di soggetto e sceneggiatura.
Dopo avervi presentato il PRIMO, IL SECONDO e il TERZO PRINCIPIO, andiamo avanti.
IL QUARTO E IL QUINTO PRINCIPIO riguardano il RISPETTO DELLA LEGGE SUL DIRITTO D`AUTORE. Ecco di che cosa si tratta:
4. La LDA riconosce all’autore diritti inalienabili quali il diritto all’integrità morale e materiale dell’opera, da cui derivano comportamenti obbligati da parte della produzione quali: - concordare con lo scrittore le eventuali modifiche al testo, durante il processo di scrittura; - aggiornare lo scrittore sulla necessità di altre eventuali modifiche, durante il processo di realizzazione; - mettere lo scrittore in condizione di visionare il prodotto finito, prima della distribuzione nelle sale e/o della messa in onda.
5. Lo scrittore non sottoscriverà contratti per la televisione in cui siano previste deroghe all’Art. 50 della LDA. Per prodotti destinati al cinema, e solo nel caso della stipula di un contratto (mai di un’opzione) potrà essere concessa una deroga a 5 anni.
CHE COSA VUOL DIRE?
Siamo stufi del malcostume. Esiste una legge che regola il diritto inalienabile dell`autore e la facoltà di richiedere modifiche da parte del produttore. Già la differenza di terminologia tra "diritto" (art. 20) e "facoltà" (art. 47) dà atto di funzioni e valori diversi.
La sceneggiatura resta opera dello scrittore, anche se un produttore ne ha acquistato i diritti di utilizzazione economica (o addirittura ha fatto finta di scrivere il soggetto di serie) oppure un editor ritiene di avere idee magnifiche e risolutive.
L`opera è dell`autore. E` contro la legge pretendere modifiche che l`autore non condivide e considera lesive del proprio lavoro, è contro la legge lasciare che un regista apporti modifiche alla sceneggiatura senza il consenso dello scrittore, è contro la legge che una puntata venga fatta a pezzi e alcune delle sue scene vengano inserite in altre puntate.
Le modifiche vanno concordate con disponibilità e intelligenza: gli sceneggiatori sanno bene che le loro sono opere collettive e che il diritto d`autore appartiene in comune a tutti gli autori di uno stesso prodotto (art.10). Magari lo sanno un po` meno i loro interlocutori.
Stesso ragionamento per l`art. 50 della LDA che recita: "Se il produttore non porta a compimento l`opera cinematografica nel termine di tre anni dal giorno della consegna della parte letteraria o musicale, o non fa proiettare l`opera compiuta entro tre anni dal compimento, gli autori di dette parti hanno diritto di disporre liberamente dell`opera stessa."
Conosciamo benissimo i tempi televisivi: se una sceneggiatura non viene realizzata in tre anni non si fa più. Perché dovrebbe morire così? Lo scrittore è in grado di rielabolarla e dirigerla verso un nuovo prodotto, verso una nuova piattaforma. Discorso un po` diverso per il cinema, dove il meccanismo produttivo è più lento: la deroga ad altri due anni di tolleranza può essere giustificata. Non si concedono deroghe in caso di opzione perché l`opzione è già una deroga.
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