giovedì 2 ottobre 2008

Il prime time deludente di Canale 5: di chi la colpa?

Avevamo detto che ci saremmo occupati di tv e dati d'ascolto e iniziamo subito mettendo il dito nella piaga. Il periodo di garanzia è iniziato quasi da un mese e Mediaset sta inanellando una serie di risultati abbastanza deludenti. Non sfonda con la fiction, non convince con l'intrattenimento. Concentriamoci sulla prima, che ci interessa di più. A guardare meglio i dati, quelli che hanno funzionato di meno sono i nuovi prodotti. Regge a malapena il rodato (anche troppo!) Distretto di Polizia e le "nuove leve" non ingranano. Il sangue e la rosa è andato calando di serata in serata e Crimini Bianchi è partita con un ascolto al di sotto di qualsiasi aspettativa ed è a rischio soppressione. Errori di palinsesto? Forse. E forse la colpa la si può attribuire alla direzione scelta dalla rete, perennemente in bilico sull'orlo del trash o del revival di prodotti con le ragnatele. Ma guardiamoci allo specchio per una volta: quanto siamo responsabili noi scrittori delle cose che si vedono in tv? A voi, cari sceneggiatori, la palla...

19 commenti:

Anonimo ha detto...

Vorrei proporre un brindisi al flop di Crimini Bianchi!
E' un piacere veder affondare il produttore che meno tiene in considerazione gli scrittori e le loro idee.
Tutti i suoi prodotti sono uguali, fatti sotto la sua dettatura.
Il responsabile del flop è sempre e solo lui! Basta!
Ma quando voi della sact vi deciderete a denunciare i soprusi che commette ogni giorno Pietro Valsecchi?

Anonimo ha detto...

Gli scrittori - che siano davvero responsabili o no - intanto sono certamente i primi - e forse gli unici - a pagare per i flop. Una serie non è andata? Vai in punizione, stai fermo un anno. Credi davvero, malpagato, che dopo Crimini Bianchi Valsecchi faccia ammenda o cambi metodi? Il sistema lo garantisce come garantisce gli editors che hanno chiesto agli scrittori modifiche più o meno assurde, o preteso svolte narrative insensate.

Anonimo ha detto...

A me invece spiace per Crimini Bianchi, non certo per Valsecchi ma per gli autori. Ho visto tutte le puntate e il prodotto mi sembra buono. Mi piacciono il taglio veloce della scrittura e della regia. Proprio non capisco il risultato deludente degli ascolti. Qualcuno sa spiegarmelo?

SACT ha detto...

In effetti brindare è un po' eccessivo "malpagato".
Siamo d'accordo con "in trincea" quando dice che poi chi ci rimette sono gli sceneggiatori. Quindi più che all'insuccesso della Taodue, guarderemmo di più ai riflessi che potrebbe avere sugli scrittori.
E qui passiamo a quello che dice "nina". Non siamo qui a giudicare il prodotto, siamo d'accordo che il lavoro di scrittura mostra professionalità ma forse su una cosa "malpagato" potrebbe aver ragione. Troppi elementi ricorrenti nei prodotti Tao (a cui poi si aggiungono i cloni fatti da altri) fanno passare in secondo piano gli elementi di forza di una serie.

Sempre a "malpagato": ti ringraziamo per l'intervento e ti chiediamo se hai voglia di scriverci (anche in privato) la tua esperienza alla Taodue. Se hai qualcosa da denunciare, raccontacelo e noi daremo voce al tuo sfogo.

Concludiamo l'intervento riagganciandoci a quanto detto da "in trincea" e vi facciamo una domanda. Ma se sono gli sceneggiatori a pagare le conseguenze dei flop, chi è che corre il vero "rischio imprenditoriale" tra loro e i produttori?
E' un argomento che vi piacerebbe approfondire?

etmenanki ha detto...

Siamo così sicuri che Crimini Bianchi - visto che si sta parlando di quello - sia un flop? Le curve auditel confermano che nella fascia a cui è chiaramente dedicato (25-45) e che dovrebbe essere quella di riferimento di C5 la fiction è chiaramente prima negli ascolti. Però gli over 65 stanno su RaiUno e il loro peso nel calcolo delle percentuali è sproporzionato (o proporzionato ad un paese che invecchia?). E' questo che fa crollare la media a meno del 14%. Credo sarebbe necessaria, almeno da parte nostra, come autori, un'analisi più dettagliata dei dati di ascolto. Anche per poter confutare la tesi (ce la proporranno, vedrete) che le fiction che funzionano sono solo quelle consolatorie, le commedie, possibilmente sentimentali.

Anonimo ha detto...

Mi pare un po' troppo mettere in discussione risultati di questo tipo.
Siamo sempre di fronte ad un prodotto per tv generalista e non solo come obiettivo di share ma anche come budget.
Nemmeno se fosse su Italia 1 si griderebbe al successone.
Ricordiamoci che House su canale 5 fa quasi il doppio dei telespettatori. E CSI: Miami fa quasi quattro milioni ogni puntata (anzi in qualche caso li ha anche superati i quattro milioni).
Lo sai perchè? C'è ironia, detection e storie intriganti, oltre al look cool da non sottovalutare. Ecco, a Crimini Bianchi mancano tutte queste cose.
Ha invece al suo attivo:
1) un protagonista depresso con un trauma depressivo che poi ti hanno già fatto vedere, quindi non ci ha manco il mistero
2) trame in cui sai da subito chi è il colpevole e non c'è mai dico mai una sorpresa vera
3) un uso di Memphis criminale, visto che non gli fanno fare niente

E di chi è la colpa? Mi dispiace che ne facciano le spese gli scrittori, perché lo so pure io che gli scrittori contano come coppe quando regna bastoni.
La colpa qui è di Valsecchi che pensa di essere il grande genio della tv, detta le fiction agli scrittori ma quando non parla di Mafia floppa. E ben gli sta!

Anonimo ha detto...

per rispondere a etmenanki: giusto fare delle valutazioni precise sugli ascolti, ma è giusto prima avere la possibilità di conoscerli in dettaglio.

nello specifico: l'auditel di 'crimini bianchi' (episodio: il virus dell'impiccato), in onda mercoledì 1 ottobre 2008 su Canale 5 ha totalizzato...

fascia 25-34: 18,84%
fascia 35-44: 16,27%

la stessa sera, su italia 1, c'era il film 'amore a prima svista' (in replica), e l'auditel...

fascia 25-34: 21,52%
fascia 35-44: 20,81%

definire la serie di valsecchi 'prima negli ascolti' non mi sembra corretto, neanche sul target commerciale delle reti mediaset.

buona giornata

SACT ha detto...

Superiamo la questione Crimini Bianchi. Ancora nessuno ha risposto alla domanda finale del post: fin dove è responsabile lo sceneggiatore?
"malpagato" ci lascia intendere senza troppi giri di parole che alla Taodue lo sceneggiatore redige un dettato.
Ma basta per dire che lo sceneggiatore non è responsabile di quello che scrive?

Anonimo ha detto...

All'ultima domanda di Sact "basta che lo sceneggiatore subisca un dettato - forse bisognerebbe chiamarlo diKtato!- perché sia responsabile? rispondo senza il benché minimo dubbio SI!" Non capisco neanche come si possa fare una tale domanda!
Se non hai voce su niente sin dall'inizio e "non-sceneggiatori" senza reale confronto ti impongono, ti correggono o riscrivono anche i dialoghi - che poi non sono isole distaccate dalla terraferma della scaletta.... ecc ecc ecc

Anonimo ha detto...

Intanto non mi fossilizzerei troppo sul concetto di auditel, che se come dato oggettivo è ciò che decreta il successo o l'insuccesso di un prodotto televisivo, nel nostro paese mi sembra comunque alquanto relativo. Molto più semplicemente, chi è sintonizzato in prime time su Canale 5 o sull'altra rete ammiraglia del servizio pubblico è così annoiato e assefuatto al "brutto" che guarda qualsiasi boiata questa passi, a prescindere da ciò che venga trasmesso. Solo così posso spiegarmi, per esempio, che il Dr. House, spostato su Canale 5, totalizzi il doppio di quanto una settimana prima registrava sull'altra rete: 15% di spettatori di Italia 1 che seguono il programma + 15% di spettatori di Canale 5 che non lo seguono ma tanto va bene qualsiasi cosa, bella o brutta che sia = 8 milioni di spettatori. Lost su Rai 2 fa il 9% è vero, ecco perchè lo trasmettono d'estate, ci dimentichiamo però un 5% che lo ha già seguito sul satellite, e un altro 5% che lo reperisce su Internet (dati questi non quantificabili ma comunque importanti).

Quindi, lasciando per un momento da parte i numeri, che sì contano ma non sono poi così indicativi, "Crimini Bianchi" non ha funzionato perchè non ha funzionato l'idea. Da che mondo e mondo i medical drama riscutono successo perchè ci mostrano i dottori come eroi, possiamo prenderli in giro (vedi "Scrubs"), possiamo farli accoppiare come ricci (vedi "Grey's Anatomy"), e possiamo anche farli diventare all'occorenza detective (vedi "Dr. House" e "Medical Investigation"), ma di sicuro non possiamo mostrarli come persone da temere. Questa la differenza tra un anti-eroe e un non eroe. Vallo a spiegare a Valsecchi.

Anonimo ha detto...

@ anonimo
A mio avviso, l'errore di concept di Crimini Bianchi non è aver creato degli anti-eroi (i protagonisti sono tutti valsecchianamente eroi), ma non aver centrato l'identificazione del nemico: i responsabili della malasanità non sono i medici, è il sistema, la società. L'errore è stato aver posto fuori scena le vittime (cioè i pazienti, i cittadini vedi Erin Brockovich), impedito il processo di identificazione del pubblico con quelle e non offerto al pubblico un percorso di riscatto (perché effettivamente non c'è o non si è stati capaci di trovarlo). A chi stava seduto in poltrona e aspettava di poter capire e parteggiare per qualcuno, sono stati presentati irrisolvibili conflitti interni di categoria. Il pubblico non è sempre annoiato o assuefatto: ogni tanto - come in questo caso - dimostra di essere ancora parzialmente libero e cambia canale. Ma parliamo ancora di pubblico. Valsecchi è intervenuto stamattina a Tvtalk a proposito del flop di Crimini Bianchi e, a parte le solite frasi di difesa (errori di messa in onda, programma non protetto ecc.), ha buttato lì una considerazione che non giustifica l'errore di concept della serie, ma solleva un problema a mio avviso reale e cioè che - uso parole mie - gli italiani non si vorrebbero guardare allo specchio perché quello che ci sarebbe da vedere sarebbe troppo brutto. Preferiscono essere consolati o - parole mie - essere presi per i cosiddetti. Secondo voi, è vero? Invece di scrivere, dobbiamo ninnare?

Anonimo ha detto...

il tema però era: il prime-time deludente di Canale 5 e non Valsecchi.
Ora, è pur vero che Valsecchi e Mediaset sono ormai la stessa cosa, ma qui c'è un problema più serio, perchè anche una serie che non ha niente di ansiogeno come Anna e i 5, non ha risultati così sorprendenti e addirittura la mitica follia di Tarallo non ottiene più l'attenzione degli spettatori. Dov'è il problema? Io un tempo avrei parlato di "linea editoriale" quando questi termini non facevano ancora paura.

SACT ha detto...

Sì, la discussione si è concentrata solo su Crimini Bianchi ma come sottolinea "anonimo" il problema non si ferma solo al prodotto Taodue.
Torneremo sull'argomento con qualche post apposito.
Interessanti le letture di Crimini Bianchi di "anonimo" e "in trincea".
Potremmo aprire una discussione a proposito anche se, con i tempi televisivi, il flop di Crimini Bianchi appartiene già al passato.

Mi fermerei un secondo su quello che un altro "anonimo" sostiene, cioè che lo sceneggiatore sotto "diktato" non è responsabile.
Non so se voi colleghi lo sapete, ma per la legge italiana siamo responsabili (anche penalmente) di tutto quello che scriviamo.
Forse va fatta una campagna di informazione e sensibilizzazione a riguardo.

Anonimo ha detto...

“Sact” scrive che “modificare l'attuale sistema di selezione delle idee cambierebbe di sicuro le regole del mercato”, ma temo che sia proprio il contrario. Dovrebbe essere il mercato, in quanto tale, a ‘selezionare’ le idee, scegliendo quelle più innovative, quelle che ‘vendono’ o ‘rendono’ meglio e creano nuova domanda nel pubblico.
Ma in Italia il mercato non c’è: il duopolio televisivo concepisce e realizza i propri prodotti senza alcuna vera concorrenza, senza preoccuparsi di ‘fare meglio’ ma semplicemente spartendo una torta che è già li pronta. Perché reti e produttori dovrebbero investire e rischiare sulla ricerca di idee se non è necessario?

Questa situazione si accompagna ad un corollario che dilaga nel mondo della produzione di fiction, senza risparmiare nessuno. Dirigenti di rete in primis, poi a cascata editor di rete, produttori, editor di produttori e scrittori, tutti sotto sotto pensiamo la stessa cosa: “Il pubblico è stupido”. L’ironia, il cinismo, l’originalità, la franchezza, il punto di vista nuovo (tutti ingredienti che farebbero un gran bene all’immaginario televisivo italiano) è roba per il pubblico di nicchia. Tutti gli altri spettatori (la maggioranza) si bevono qualsiasi cosa, fosse pure l’ennesima minestra riscaldata su dottori che sbagliano e poliziotti che si fidanzano con la ragazza del collega morto. E se poi il pubblico vuole qualcosa di diverso, ci sono già le serie americane: perché scapicollarsi a fargli concorrenza ? In Italia non mancano autori/sceneggiatori che provano a proporre o infilare nella narrazione televisiva qualcosa di nuovo o almeno di più onesto, o che tentano di salvare almeno la dignità del racconto, magari arrivando a dire di no a proposte narrativamente indecenti dell’editor o produttore di turno. Ma, non so se ci avete fatto caso, gli autori che dicono sempre di sì sono quelli che lavorano di più…

Anonimo ha detto...

io penso che la responsabilità, in tempi come questi debba restare un concetto chiaro e non eludibile. siamo responsabili perchè firmiamo. Certo, siamo stati ricattati. (altro concetto chiaro e non eludibile)ma abbiamo ceduto, abbiamo pensato "qua se non faccio pippa me lo sogno, un altro contratto" , abbiamo tentato una qualche blanda difesa di facciata e poi , già sapendolo, già rassegnati, abbiamo detto :sì.
abbiamo detto sì.
abbiamo detto sì.
è questa la nostra responsabilità, e non è giusto scappare.
Poi, se vogliamo, è altrettanto giusto dire che ricattare la gente non è carino.
ed è altrettanto sensato repliato che ricattare la gente , farsi scudo della RAI o di MEDIASET e, gestire il tuo micropotere puo' essere divertente , quando guadagni un decimo dello scrittore spocchioso che hai davanti (stipendio medio di un editor junior, verificato )e sei intimamente convinto, temi delle superiori alla mano , di saper scrivere meglio di lui.
E'un pessimo scenario, questo però è ciò che E'. Quel che passa il convento. Il NO è l'unica arma, anche se si tiene famiglia. Ma non la usa nessuno, solo ALLAMERICA ci riescono , terra a cui ci piace guardare solo quando ci fa comodo, citando compensi, libertà e diritti che là si sono guadagnati lottando, e che qui invece vorremmo avere in un pacchetto infiocchettato e invassoiato.
Tranquilli, quando avremo davvero ma davvero fame, qualcosa si muoverà.

SACT ha detto...

Non possiamo che concordare con "Anonimo".
I risultati si ottengono solo con delle prese di posizione nette e chiare, anche a costo di sacrifici.
Non possiamo provare a cambiare lo "tatus quo" se prima non cambiamo noi stessi.

Anonimo ha detto...

aggiungo che non tutte le battaglie sono dure, ce ne sono altre che sono alla portata. tanto per dire, gli agenti sono i convitati di pietra di questa situazione. Contentissimi, visto che zitti zitti, magnano dappertutto,loro. E grazie, visto che rappresentano sia noi, sia i nostri interlocutori e potenziali avversari (ebbene sì, i produttori hanno gli agenti, forse qualcuno lo ignora) . Che ci sacrificano sull'altare dei "pacchetti", delle trattative che coinvolgono attori e registi. allora cominciamo col dire che la Sact potrebbe farsi portavoce di un'azione del tipo: tutti gli agenti più attivi sulla piazza potrebbero fare fronte comune contro le gabelle immorali del Valsecchi brigante di passo. Del tipo "giù le mani dall'equo compenso" , tanto per dirne una.
O si adeguano o rimettiamo il mandato. Tutti.
Gli agenti non sono come noi, loro ce l'hanno un qualche potere . Cominciamo a picchiare là.

Anonimo ha detto...

Scusate ma non mi trattengo. Ieri sera Crimini Bianchi ha fatto il 5.36 di share con 1.349mila telespettatori.
E adesso Valsecchi non andasse in giro a raccontare che "è una serie sperimentale e troppo avanti" come sta facendo in questi giorni.
E' un flop e basta!

Anonimo ha detto...

Fonte: televisionando.it

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Crimini Bianchi scompare anche dal palinsesto di Italia1. Sono bastate due puntate trasmesse nella serata Hot/Doc del lunedì per spingere Luca Tiraboschi a cancellarlo dalla programmazione. Crimini Bianchi scompare definitivamente dai palinsesti Mediaset.


Fine indegna per una serie annunciata come un punto di svolta nella produzione medical italiana, con casi ispirati alla malasanità che avevano fatta scattare le polemiche dell’Ordine dei Medici molto prima della messa in onda. Partita su Canale 5 mercoledì 24 settembre, Crimini Bianchi era poi stata sospesa dopo due settimane per scarsi ascolti (media del 13% di share sull’obiettivo del 22,1% per il totale individui) che non solo non hanno raggiunto gli obiettivi d’ascolto della rete, ma si sono posizionati su livelli ben inferiori. Dopo una settimana di pausa, la serie è riapparsa il 13 ottobre su Italia1 tra un episodio di Grey’s Anatomy e uno di di Nip/Tuck. Risultato? Fuga degli spettatori e abbassamento della media d’ascolto (inferiore al 6% rispetto al 10,2% richiesto in prima serata) anche per Nip/Tuck e Californication.

Molti di voi, nostri affezionati lettori, ritengono che dietro questa scarsità di ascolti ci sia un ‘complotto’ dei medici e delle istituzioni, teso a boicottare un prodotto pregievole soprattutto nei contenuti: la denuncia di casi di malasanità, secondo molti di voi, fa paura e questo porterebbe a una sorta di ‘campagna mediatica’ contro il programma, che per alcuni comporterebbe anche la ‘falsificazione’ dei dati Auditel.

Noi non ci crediamo: non basta un buon intento per fare una buona fiction. Avevamo già detto che la regia ci era parsa piuttosto schizofrenica, la seneggiatura piuttosto ripetitiva e la suspense legata al filo investigativo a volte debole. Insomma, può semplicemente non essere piaciuta al grande pubblico. Inoltre va ricordato, ancora una volta, che il genere medical all’italiana non ha mai riscosso grandi successi. Fatta eccezione per melodrammi camuffati da medical, come La Dottoressa Giò, Una Donna per Amico o Amico Mio, i titoli maggiormente ispirati ai canoni classici del genere non hanno mai davvero attecchito. ‘Colpa’ non solo degli alti standard di riferimento provenienti dagli Usa ma anche, evidentemente, di una certa diffidenza del pubblico nei confronti anche degli ospedali fictional.

Resta ora da capire se davvero si farà una seconda serie di Crimini Bianchi, per la quale erano già stati annunciati i casting. Data la prima esperienza, non certo positiva, è immaginabile che non se ne faccia più nulla.