mercoledì 1 ottobre 2008

Parte il nuovo blog della SACT

Sei uno sceneggiatore sottopagato? Senza diritti? Stanco del sistema televisivo italiano? Non spararti! Raccontaci la tua storia, rimarrai anonimo e ci aiuterai a focalizzare meglio la situazione del mercato italiano.

Vuoi dire la tua sulle iniziative della SACT? Intervieni e fatti sentire!

La SACT non ha deciso di cambiare solo il look del sito, ma di fornire nuovi servizi. In quest'ottica parte da oggi il nuovo blog. Sarà un luogo di discussione, proposizione ma soprattutto di denuncia.

È ora di dar voce allo scontento degli sceneggiatori italiani. È ora di ascoltare le richieste degli autori. E noi siamo qui per farlo.

In questo spazio analizzeremo anche la situazione televisiva, commentando i dati di ascolto e i trend del mercato. Il tutto senza ipocrisia ma con un piglio di aggressività e sfacciataggine.

Invia i tuoi suggerimenti o la tua storia alla mail blog@sact.it. Fatti sentire!

15 commenti:

Anonimo ha detto...

Evviva, finalmente un blog dove parlare dei nostri problemi

Anonimo ha detto...

evviva finalmente un problema dove parlare dei nostri blog e non se ne esce...

SACT ha detto...

E invece se ne può uscire, destabilizzato.
Approfondire i nostri problemi e avere una casistica ampia ci permetterà di affinare un'azione concreta per arginare la deregolamentazione del mercato.
Ricordiamoci che la SACT in passato ha già ottenuto un risultato importantissimo: l'equo compenso.
Ad anonimo quindi chiediamo: quali sono i tuoi problemi?

Rita Charbonnier ha detto...

Io posso dirvi molto tranquillamente che la Einstein non paga gli sceneggiatori di "Agrodolce". A me devono essere ancora pagate le fatture di luglio. Il problema è che la RAI non paga la Einstein, che quindi non sa come pagare a sua volta.

SACT ha detto...

Il che, Rita, dovrebbe far riflettere seriamente sulla reale utilità del produttore (almeno così com'è oggi) nel sistema televisivo italiano.
A ben vedere, sembrano dei meri passacarte... Non si accollano nemmeno il rischio di pagare gli sceneggiatori prima di ricevere i soldi dal network!
Ma se il rischio è la base dell'imprenditoria, i produttori italiani cosa sono?

p.s.: Comunque benvenuta a bordo e grazie per l'utile segnalazione che mettiamo in archivio.

Anonimo ha detto...

A proposito di Agrodolce mettete in archivio anche questo. L'head writer è un editor Rai e non uno sceneggiatore con un contratto Einstein. Vi pare normale?

Rita Charbonnier ha detto...

Confermo quanto dice "in trincea". E sono totalmente d'accordo con la Sact sul ruolo del produttore nel sistema italiano. Che è talmente corrotto da far pensare che l'unica soluzione sarebbe una bomba nucleare sul sistema stesso.

Ad Agrodolce, e al noto carteggio tra Giovanni Minoli e Aldo Grasso, ho dedicato un post sul mio blog. Il carteggio è interessante. Se volete leggerlo cliccate qui.

SACT ha detto...

Interessante carteggio. Se pensate possa essere interessante ne possiamo parlare con un post apposito.

Anonimo ha detto...

Prima sfoghiamoci e conosciamoci, poi mettiamoci in azione.
L'esperienza mi fa dire che o troveremo il coraggio prima di unirci e fare numero, poi soprattutto di metterci realmente in gioco, ovvero rischiando qualcosa ed andando all'incontro/scontro... oppure dopo lo sfogo ci sarà solo delusione e calma piatta.
Lo sceneggiatore per natura è un animale egoista ma se si rende conto che ormai nell'iter produttivo è solo "un male inevitabile" come siamo stati definiti, forse ce la faremo.
E' un fatto di sopravvivenza e di fierezza professionale.

Il blog è comunque una gran cosa. Fa sentire meno soli. E già è tanto!

Grazie Uno per tutti

Anonimo ha detto...

Viva Rita che ci mette non solo il nome ma anche... la faccia!

Forse dovremmo partire da questo tipo di coraggio.

Grazie Rita!

Ancora....Anonimo

Anonimo ha detto...

è possibile sapere - per trasparenza - chi è che gestisce questo blog? i nomi e i cognomi, intendo.

grazie

Rita Charbonnier ha detto...

@ sact
L'idea di dedicare un post al carteggio Minoli-Grasso mi sembra ottima. Tra l'altro non è più nemmeno facile trovarlo in rete (a parte il mio blog) quindi ripubblicarlo qui potrebbe essere sensato.

@ uno per tutti
Io non credo che lo sceneggiatore sia un animale egoista "per natura". Credo che nessuno sia egoista per natura. Credo che l'egoismo sia soltanto una delle possibili reazioni a circostanze avverse.

@ anonimo
Grazie a te per l'apprezzamento. In realtà sto scoprendo che alzare la testa e mostrare la faccia non ti fa mettere all'indice. Anzi, fa sì che la gente ti rispetti.

@ anonimo 2
La tua richiesta mi sembra legittima, ma lo sarebbe ancor più se venisse da qualcuno che si firma.

SACT ha detto...

Ad anonimo rispondiamo che il curatore del blog è la SACT, un'associazione di categoria che difende e promuove la scrittura cine televisiva.
Se non era questa la risposta che voleva avere può farsi un giro per la rete, sul network blogo ad esempio (tvblog, polisblog etc) per rendersi conto che i curatori non mettono mai il proprio nome e cognome.
E poi, come sottolinea Rita, la richiesta arriva essa stessa da un "anonimo"...

Anonimo ha detto...

Tvblog.it, cliccare il link 'chi siamo'.

Tra i collaboratori ci sono cinque persone che si firmano con nome e cognome, e cioè:

- Alberto Puliafito;
- Francesca Camerino;
- Angelo Ferrari;
- Italo Moscati;
- Mimmo Lombezzi.

Pura precisione. Non polemica.

Inoltre: questo blog è molto interessante, l'idea di dar voce agli sceneggiatori molto buona e coraggiosa, e probabilmente capisco che chi cura questo blog, facendo parte della Sact, è anch'esso sceneggiatore.

E, in quanto tale, non vuole 'rovinarsi il mercato' attaccando editor, produttori o broadcast: la gente è sempre quella, le voci girano in fretta e in due minuti ci si ritrova a non lavorare più.

Quindi complimenti per il lavoro e, infine, rispetto per la scelta di non 'mostrarsi'.

un caro saluto

anonimo (non a caso, appunto)

Anonimo ha detto...

Mettere la faccia o non mettere la faccia? Essere o non essere?

I pochi sceneggiatori che hanno osato mettere la faccia e ribellarsi al sistema - anche nomi di primo livello - l'hanno pagata quasi tutti molto molto cara.

La risposta forse sta proprio in una associazione di categoria come la Sact che può parlare per tutti i soci - ufficiali dunque conosciuti e che mettono la faccia senza doversi nascondere - perché fa dell'unione la forza! Così non si è più soli contro tutti e dunque si può porre fine - inutile nasconderlo - all'umiliante situazione di doversi rifuggiare nell'anonimato cone nei regimi dittatoriali.

Uno per Tutti... e tutti per uno.