
Terminato il sondaggio tiriamo velocemente le fila delle votazioni. Cosa abbastanza semplice visto che il 100% dei blogger ha votato la seconda risposta. Solo 15 voti, ma tutti è 15 pensano che Mediaset dovrebbe rincorrere il pubblico di Sky.
Cederemmo a voi la parola molto volentieri, ma avete già commentato l'argomento in modo esaustivo durante il sondaggio.
"In Trincea" e "Namastè" centrano in pieno quando ragionano sui
motivi del successo di Montalbano.
Montalbano ha una propria identità. Un'identità che nasce dal suo autore,
Camilleri, e che riesce ad arrivare intatta sul piccolo schermo, incredibilmente, senza interferenze e compromessi.
Insomma, le radici autoriali del progetto Montalbano gli permettono di vestirsi di una corazza impenetrabile agli imbastardimenti perpetrati dal network.
A ben vedere quindi, quando la presenza di un "autore" viene riconosciuta e rispettata, il prodotto ci guadagna sia in qualità che in ascolti.
Come avrete capito dalle foto, oltre al personaggio di Camilleri vogliamo parlare anche di un altro prodotto in onda in questi giorni su
Sky, ovvero
Romanzo Criminale - la serie.
L'attinenza è duplice. Da una parte, perché Sky continua a produrre. Dall'altra, perché lo fa partendo da un romanzo di successo.
Sul primo punto che dire? Quelli di Sky (ma anche Fox con Donne Assassine) continuano a produrre contenuti fiction italiani. Spingono la concorrenza sul territorio che era esclusivo delle generaliste e lo fanno con l'idea di voler offrire un prodotto migliore. Questo rende ancora più difficile la posizione di Mediaset. Soprattutto perché il digitale terrestre ancora non offre una programmazione creata ad hoc per il pacchetto Premium, ma al limite programma delle anteprime di cose che andranno in chiaro (e quindi pensate per la generalista).
Tornando a
Romanzo Criminale, non siamo qui a fare critica televisiva sulle serie in onda, la citiamo perché è un altro prodotto che già dai primi episodi
sembra avere un'identità ben precisa. E la citiamo anche perché, guarda caso, pure questo progetto ha delle radici autoriali molto forti.
E' chiaro che in entrambi i casi sono le identità autoriali di Camilleri e De Cataldo ad imporsi. E questo nonostante i due autori non abbiano scritto direttamente gli adattamenti televisivi dei propri romanzi. A farlo sono stati dei professionisti.
Queste constatazioni non tolgono nulla al loro valore e alla loro professionalità. Queste constatazioni portano solo ad una conclusione ovvia.
Anche uno sceneggiatore può dare identità autoriale ad un progetto, garantendo una sua organicità e riconoscibilità. Accade da decenni negli USA, sta accadendo nel resto del mondo.
Qui in Italia, però, c'è un
pregiudizio culturale nei confronti degli sceneggiatori televisivi. Un pregiudizio che nega che abbiano la capacità di immaginare mondi e dar vita a personaggi dello stesso calibro di un romanziere.
E' proprio questo pregiudizio che ha portato i network ad "assediare" gli sceneggiatori moltiplicando le figure di controllo ed ingerenza sulla scrittura. Ed è questo pregiudizio che sta togliendo personalità ed identità ai prodotti. Ma soprattutto sta togliendo varietà all'offerta di fiction delle generaliste.
Il primo tra RAI e Mediaset che lo capirà, il primo che farà cadere questo pregiudizio e toglierà il bavaglio agli sceneggiatori avrà più chance di sopravvivenza contro un competitor agguerrito e capace...