Al Direttore Generale della RAI, Lorenza Lei
Al Presidente di RTI, Pier Silvio Berlusconi
Al Presidente di APT, Fabiano Fabiani
Nel 2009, la SACT (Scrittori Associati di Cinema e Televisione) e il PREMIO SOLINAS si sono fatti promotori del premio per PILOTI DI SERIE TV. Primo nel suo genere, il premio intendeva sia spingere la televisione italiana verso un modello produttivo vincente in USA e in Europa (le serie di 50’), sia sostenere l’adozione del “pilota” (la sceneggiatura della prima puntata) come metodo di selezione dei progetti seriali. Ma soprattutto, PILOTI PER SERIE TV era un appello alla creatività: era concepito per ideare i palinsesti di domani, cercare nuove idee, proporre nuove narrazioni. Non voleva entrare nel mercato così com’era, voleva cambiarlo.
RAI e MEDIASET, insieme alla Fondazione Rossellini, si erano fatti sponsor del Premio che aveva ricevuto anche il patrocinio dell’APT in collaborazione con il RomaFictionFest.
La prima edizione di PILOTI PER SERIE TV ha avuto – come ben sapete - un notevole successo di partecipazione (più di 180 copioni) e si è conclusa con la premiazione del 6 luglio 2010.
Subito dopo, SOLINAS e SACT si sono messi in moto per dar vita alla seconda edizione, senza riuscire ad avere, a distanza di più di un anno e mezzo, una definitiva risposta da RAI e MEDIASET, finché…
Il 24 aprile 2012 gli stessi sponsor di PILOTI PER SERIE TV, e cioè RAI e MEDIASET, insieme ad APT, stavolta partner diretto, promuovono il Premio CARLO BIXIO.
Anche in questo caso si tratta di un premio per la serialità televisiva, con lo scopo – però - di selezionare “una proposta al mondo dei produttori di fiction, per alimentare ancora la grande produzione a cui ha sempre teso Carlo Bixio".
La differenza tra gli approcci dei due premi è tutta in quell'ancora. Col CARLO BIXIO si chiedono, infatti, sceneggiature da 50’ o da 100’ (come se si trattasse della stessa cosa), e si chiede in aggiunta una descrizione dei personaggi e dell’arco narrativo, cioè ancora la farraginosa “bibbia” (come se questa avesse un senso produttivo: lo sanno tutti che in Italia viene continuamente disattesa).
E così, il CARLO BIXIO non punta verso nessuna innovazione, non esprime volontà di esplorazione di nuovi generi, né di nuovi linguaggi. Non considera la caduta degli ascolti della tv generalista, le nuove tecnologie, la crisi economica e la necessità di ripensare i modelli produttivi. Formalmente – lo dichiara - è ANCORA la vecchia fiction.
Rispetto al PREMIO PILOTI PER SERIE TV è un vistoso passo indietro: non volete cambiare nulla. Ovunque la narrazione seriale è in continua evoluzione e voi preferite invece chiudere gli occhi, allearvi tra voi, ignorare gli scrittori e con essi il mondo che verrà.
Da anni, la SACT, che rappresenta gli sceneggiatori, insieme alle altre associazioni dell’audiovisivo, chiede un dialogo per il rinnovamento, in favore del pubblico e del prodotto. Questa è un'ennesima porta chiusa in faccia: ne prendiamo atto, con profonda delusione.
Ci auguriamo che la nuova governance della RAI voglia dare un segno di discontinuità. Il nostro desiderio è che non solo venga riattivato il PREMIO PILOTI PER SERIE TV, ma che si pensi a lanciare un premio anche per prodotti destinati ai canali digitali: la SACT, come qualificati funzionari delle Fiction RAI sanno, si è già resa disponibile con una proposta.
Dobbiamo purtroppo, poi, nel particolare, rilevare altri problemi sollevati dalla natura del bando di concorso del premio CARLO BIXIO.
1. Si offrono al vincitore 15 mila euro a fronte di una opzione “obbligatoria” di otto mesi: cioè, il premio CARLO BIXIO non è un riconoscimento al valore di un’opera, non un generoso supporto a uno sceneggiatore, ma una procedura di acquisto di un bene con regolare contratto.
Ma di questo contratto non sono specificati i termini: l’opzione a quale soggetto produttivo sarà rivolta? E opzione per che cosa? Cessione della singola sceneggiatura oppure anche dei diritti di serie? Il vincitore sarà coinvolto nella ulteriore scrittura?
Se il contratto di opzione dovesse rivelarsi un contratto capestro e il vincitore non potesse firmarlo, i soldi – lo conferma il bando – resterebbero in tasca agli organizzatori: si rivelerebbero, allora, per quello che speriamo non siano, un mero specchietto per le allodole.
2. Nonostante la promessa di riservatezza citata all’art.8, nell’art.13 si legge che: “i partecipanti al Premio Carlo Bixio rinunciano irrevocabilmente ad ogni pretesa e ad ogni azione, richiesta o rivalsa nei confronti degli Organizzatori”
Insomma, se un’idea – nonostante le promesse – dovesse finire in mani sbagliate, zitto e mosca.
Non si fa così: gli organizzatori hanno certo il diritto di proteggersi da fastidiose querelle a proposito di procedimenti interni al premio, e cioè a rivendicare l’arbitrio con cui si sceglie il vincitore, ma non possono pretendere una resa totale.
Vi invitiamo, dunque, a correggere il bando in una direzione di maggiore correttezza e trasparenza. Per parte nostra, ci auguriamo che i concorrenti del CARLO BIXIO, intanto, pensino a proteggere anticipatamente la propria opera, magari nel modo più economico e cioè con un deposito presso il sito della WGA (l’associazione degli sceneggiatori statunitensi)
Il Direttivo della SACT
4 commenti:
15 svanzig per 100 minuti e una bibbia? wow, se ci mettono sopra una prosciutto di 16 mesi e una tessera per i mezzi pubblici ci sto.
Con quel "capitolato" e la scadenza a breve, presuppone progetti già pronti, 50' o 100' quindi pari sono, però ricorda certe formulazioni da concorso su misura...
Non giustifico le furbate del bando, ma la preoccupazione sull'opzione mi pare un equivoco: si prospetta appunto solo un'opzione, non una cessione, le condizioni si trattano quando viene esercitata. E poi bisogna essere cauti a lanciare allarmi, soprattutto sui "soldi in tasca"; secondo la strana clausola all'art.3, stavolta l'opzione è riservata alla Rai, quindi se il premio non s'assegna la Rai risparmia e basta là. Faranno a turno con Mediaset?
Infine, sono di quelli convinti che la farraginosa bibbia sia una buona abitudine persa, per le serie lunghe: fa da identità e nucleo di protezione del soggetto, prima che manuale di sviluppo. Poi viene il pilota. E a questo punto mi chiederei: che fine hanno fatto i piloti selezionati col premio Sact/Solinas?
Paolo, nessun equivoco, nell'opzione sono sempre contenute le condizioni fondamentali del contratto: e cioè - ad esempio - le modalità di vendita dei diritti. E soprattutto nell'opzione c'è un interlocutore con nome e cognome. La RAI - ultimamente - non ha mai voluto fare dei pitch con gli scrittori senza che ci fosse un produttore, perché non poteva produrre direttamente. Quindi? Sulla bibbia, lo dici da solo: è un sistema vecchio. Che protegga l'identità del soggetto ne dubito fortemente. I piloti selezionati del Solinas non sono stati opzionati: qualcuno li voleva gratis...
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