CARLO MAZZOTTA
LA GUILD è IL CLIMAX.
Sono sempre stato convinto che il compito principale di un'associazione di sceneggiatori fosse individuare un sistema di regole condivise, che impegnassero noi e le nostre controparti. Magari ispirato alla Writer's Guild statunitense. Poco importa se East o West…
Noi non siamo americani.
Le nostre leggi sono diverse. Il nostro mercato è diverso (se c'è mai stato…). I nostri interlocutori sono diversi.
E noi sceneggiatori? Forse siamo diversi anche noi, ma non per questo dobbiamo rinunciare ai nostri diritti.
Il nostro potere contrattuale è progressivamente andato a scemare invece di crescere, in un decennio dove si sono investiti centinaia di milioni di euro l'anno per produrre film e fiction. Prima che arrivasse la crisi ad azzerare, o quasi, tutto.
Punto e daccapo?
No. Oggi non siamo al punto di partenza. Anzi.
La Sact ha intrapreso da tempo la via dell'autodeterminazione, ha individuato un modello d'azione chiaro e condivisibile come l'ideazione del Turning Point, o l'elaborazione dei 10 punti. Sta lavorando alla creazione di una Guild che sottoscriverà i nostri contratti, diventando un interlocutore che non sarà più possibile ignorare.
Individuare il modello legale più efficace per renderla operativa è al primo punto dell'agenda di chi raccoglierà il lavoro svolto dal direttivo uscente. Bisogna farlo in tempi brevi, prima che la macchina produttiva riparta insieme alle vecchie consuetudini. Allargare le adesioni all'idea della Guild anche al di fuori delle associazioni di categoria. Prepararsi all'eventualità di poter gestire in proprio gli introiti attualmente riscossi per nostro conto dalla Siae.
La Sact deve continuare a proporsi come traino di un cambiamento che collochi finalmente lo sceneggiatore nel posto che gli spetta nel sistema produttivo. Per farlo credibilmente deve riuscire a compiere il suo processo di trasformazione in un organo di monitoraggio e garanzia.
Deve ampliare i propri strumenti, con nuove iniziative che integrino i suoi attuali compiti istituzionali. Iniziative a costo zero. Fattibili. Oggi.
Come la creazione di un database sempre aggiornato con tutte le notizie relative ai progetti in sviluppo e scrittura. Noi sceneggiatori siamo gli unici tra produttori, network e agenti a non avere una rete per condividere le informazioni che riguardano il nostro lavoro. Informazioni sui compensi, sulla composizione degli organigramma, sulle anomalie e gli abusi. Siamo ancora alla spigolatura. In alcuni casi al pettegolezzo. E intanto gli altri decidono per noi. Senza mai rimetterci la faccia.
Se possono farci di tutto è anche perché non usiamo queste informazioni. Non le condividiamo. Una Guild deve poter monitorare tutto questo. Garantire fattivamente i suoi associati e, perchè no, anche i propri interlocutori.
Ecco il perché di un codice deontologico.
I nostri comportamenti sono importanti. Regolamentare le obbligazioni verso colleghi e controparti sarebbe un potente segnale d'assunzione di responsabilità. Insieme a tutte le altre iniziative in corso, contribuirebbe a mettere definitivamente alle strette chi, fino ad oggi, non ci ha mai voluto considerare un interlocutore col quale confrontarsi.
Con la Guild insomma ci giochiamo l'ultima carta, per arrivare finalmente ad un cambiamento. Dobbiamo giocarcela fino in fondo. Dopo i turning point si dovrà pure arrivare ad un climax.
Carlo Mazzotta
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