sabato 20 dicembre 2008
Buon Natale Negher!
sabato 13 dicembre 2008
Perché la SACT non aderisce alla nuova associazione dei 100autori

"Lo scorso Luglio il movimento dei 100autori chiese alla SACT e ad altre associazioni di autori, di affiancarli nella costruzione di un'unica grande associazione che comprendesse sia i registi che gli sceneggiatori di cinema e televisione, un’associazione unitaria in grado di rispondere con più forza alle urgenze dei problemi del settore.
Il direttivo della SACT, dopo un’attenta riflessione, rispose con un cortese “no grazie”, rilanciando però con una proposta di federazione tra l’associazione nascente e quelle esistenti. Ma l’idea della federazione sembrò inefficace al movimento dei 100autori. Per cui ci siamo lasciati con un generico “incontriamoci in battaglie comuni, ma per il resto ognuno per la sua strada”.
Oggi i 100autori diventano associazione e stanno mandando e-mail con richieste di iscrizione anche ai nostri iscritti. Per questo mi sembra giusto ricordare ai soci della SACT perché abbiamo rifiutato di confluire nella nuova associazione.
In tutto il mondo occidentale esistono associazioni di categoria che si distinguono per identità professionali: gli sceneggiatori con gli sceneggiatori, i registi con i registi. Non esistono associazioni miste. Questo perché i nostri colleghi hanno ritenuto necessario focalizzarsi sui problemi specifici che distinguono le singole categorie, ritenendo l’identità di un’associazione la sua forza e non la sua debolezza. Ma la loro divisione non ha mai vietato ad associazioni di categorie diverse di fare battaglie comuni o anche solo battaglie di solidarietà. Chi non ricorda durante l’ultimo sciopero della WRITER’S GUILD OF AMERICA, ovvero degli scrittori americani, la solidarietà concreta di attori e registi americani.
A queste considerazioni viene spesso obiettato che l’Italia è un paese atipico e per questa ragione è necessaria l’unità di tutti gli autori – registi e sceneggiatori – per provare a modificare la realtà esistente.
E’ un’obiezione che non condivido: perché penso che l’unità tra gli autori può essere trovata su punti specifici senza per questo dover confluire in un’unica associazione, che dovrà per forza mediare su interessi diversi e spesso divergenti. Ci sono cose che ci uniscono ma ci sono cose che ci dividono dai registi. Sarebbe sbagliato pensare che non sia così.
La SACT è nata con lo scopo di promuovere e difendere tutti gli scrittori di cinema e televisione, senza distinzione di genere o di fama. Ed è questo che vuole continuare ad essere: l’associazione degli sceneggiatori italiani. Focalizzata sui problemi della scrittura nel mondo dell’audiovisivo. Convinta, ora più che mai, che solo un’associazione di categoria con una chiara identità, e senza obblighi di sintesi di interessi diversi – come quelli tra sceneggiatori e registi - può incidere sulla realtà del nostro lavoro di sceneggiatori. Senza che questo impedisca di potere trovare battaglie comuni con categorie vicine come quella dei registi.
Ed è per questi motivi che non siamo confluiti nella nuova associazione dei 100autori.
Ed è per questo motivo che io non mi iscriverò alla loro associazione.
Daniele Cesarano"
lunedì 1 dicembre 2008
Il provvedimento sull'IVA di SKY (o la crisi degli ascolti parte III°)



mercoledì 26 novembre 2008
Una favola, finalmente?

giovedì 20 novembre 2008
L'avvelenata (o la crisi degli ascolti capitolo II°)

venerdì 14 novembre 2008
Una fiction migliore è possibile? (La crisi di ascolti: i risultati del sondaggio)


venerdì 7 novembre 2008
La crisi di ascolti di Mediaset: il sondaggio

venerdì 31 ottobre 2008
La presenza dello sceneggiatore sul set: risultati del sondaggio e riflessioni

mercoledì 29 ottobre 2008
Riflettendo su Einstein (o il ruolo della critica: una postilla)

domenica 26 ottobre 2008
Aldo Grasso, Donne Assassine e il ruolo della critica

venerdì 24 ottobre 2008
Nuovo sondaggio - la presenza dello sceneggiatore sul set
giovedì 23 ottobre 2008
Codice deontologico - il sondaggio: risultati e commenti

Passiamo ai risultati del sondaggio che, come potete vedere qui a sinistra, vede vincere di pochissimi voti la risposta C. Pari merito i risultati B e D. Quello che balza agli occhi è che in una medesima situazione ci comportiamo nei modi più disparati. Insomma il sondaggio sembra evidenziare mancanza di una visione univoca della correttezza professionale. E così passiamo dal fairplay della risposta B all'homo homini lupus della risposta D. Ma non vogliamo dare nessun giudizio "morale". Quando ad un mestiere mancano delle regole deontologiche tutto è lecito e condivisibile. Ma le regole sono fondamentali, perché siamo convinti che chi ha risposto con l'opzione D sotto sotto ha pensato "se non me lo prendo io questo lavoro, se lo prende un altro". La mancanza di regole ci fa sentire più soli, genera paura. E la paura è nemica della ragione e della saggezza. Proprio per questo è importante cercare di elaborare un "codice deontologico". Perché ci darà qualche certezza in più. La certezza che il collega accanto a me non mi pugnalerà alle spalle, perché è legato ad un vincolo di correttezza. La certezza di appartenere ad una categoria professionale, organizzata. Una categoria importante, la nostra, perché dovrebbe generare cultura. La certezza di non sentirsi un canarino circondato da gatti famelici...
domenica 19 ottobre 2008
La vita sarà meravigliosa per noi sceneggiatori?


venerdì 17 ottobre 2008
mercoledì 15 ottobre 2008
La maledizione gitana

L’ho fatto per rispetto, caro collega, per rispetto a me stesso e a te, perché capirai certo che pensare che non abbiamo responsabilità, significa sottintendere che non contiamo niente.
Io penso invece che contiamo qualcosa, anche adesso, nella situazione degradata e di totale “recessione creativa” in cui vive la nostra televisione da qualche anno.
Contiamo eccome caro collega, contiamo per le idee che nonostante tutto portiamo al tavolo dei nostri committenti, per il lavoro che siamo in grado di fornire, per i soldi che chiediamo.
Contiamo, ma non vogliamo prenderci questa responsabilità.
Conosco bene la lista di lamenti e analisi che ti vengono in mente e in parte li condivido, eppure ogni volta che mi chiedo che cosa possiamo fare noi sceneggiatori per risolvere i nostri problemi, mi viene il dubbio che in realtà, non siamo troppo interessati a risolverli.
Invoco quindi su di noi, la maledizione gitana: che dio ci conceda quello che desideriamo! Finalmente potremo dar prova della incredibile forza creativa e capacità innovativa che fino ad oggi ci hanno impedito di esprimere, finalmente saremo valutati (e pagati) per le nostre capacità e non per le nostre relazioni, finalmente potremo confrontarci con l’invidiata fiction statunitense e dare vita ad un rinascimento della fiction italiana. Al lavoro quindi, in fondo il momento è favorevole: quando l’economia frena, lo spettacolo prospera, si sa.
Che dio ci conceda tutto questo, caro collega, sperando di non scoprire che una volta liberi di dire, non sappiamo che cosa dire e neppure come; sperando di non accorgerci che anche noi abbiamo approfittato per molto tempo della “bolla culturale” che permette al nostro sistema televisivo di registrare guadagni, mentre ogni anno perde una quantità di spettatori reali.
Manouche
Che ne pensate? Aspettiamo le vostre repliche e vi invitiamo ad accendere nuove micce inviando i vostri scritti a blog@sact.itmartedì 14 ottobre 2008
Codice deontologico - il sondaggio
domenica 12 ottobre 2008
Sondaggio, risultati e commenti: autori senza libertà?

mercoledì 8 ottobre 2008
Toc Toc! posso emergere?
lunedì 6 ottobre 2008
Produttore o mio produttore...

sabato 4 ottobre 2008
E partiamo anche con i sondaggi!

giovedì 2 ottobre 2008
Il prime time deludente di Canale 5: di chi la colpa?

mercoledì 1 ottobre 2008
Parte il nuovo blog della SACT

Vuoi dire la tua sulle iniziative della SACT? Intervieni e fatti sentire!
La SACT non ha deciso di cambiare solo il look del sito, ma di fornire nuovi servizi. In quest'ottica parte da oggi il nuovo blog. Sarà un luogo di discussione, proposizione ma soprattutto di denuncia.
È ora di dar voce allo scontento degli sceneggiatori italiani. È ora di ascoltare le richieste degli autori. E noi siamo qui per farlo.
In questo spazio analizzeremo anche la situazione televisiva, commentando i dati di ascolto e i trend del mercato. Il tutto senza ipocrisia ma con un piglio di aggressività e sfacciataggine.
Invia i tuoi suggerimenti o la tua storia alla mail blog@sact.it. Fatti sentire!